Chi gioca i tornei di poker, sia live che online, conosce bene il meccanismo.
Una buona percentuale di giocatori preferisce vendere parte della propria action per affrontare con maggior serenità un torneo dal buy-in troppo elevato in proporzione al bankroll disponibile.
Non solo, lo si fa anche tra giocatori dello stesso livello per ridurre l’impatto della varianza – il gruppo dei tedeschi che giocano gli high roller ne sono un esempio lampante – così come vi è chi preferisce investire sull’abilità altrui senza nemmeno doversi muovere dalla sedia.
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L’esperimento di Partypoker
L’occasione per cominciare l’anno col botto è stata colta da Partypoker, che per il Millions UK disputatosi a Nottingham dal 4 al 12 gennaio scorso ha deciso di introdurre una novità davvero interessante.
I giocatori interessati ad acquistare o vendere dell’action avrebbero potuto farlo rivolgendosi direttamente alla poker room.
Ciò significa che, dopo aver dato la disponibilità a cedere una percentuale dell’action, gli investitori interessati potevano recarsi alla cassa per acquistarne una parte senza nemmeno doversi interfacciare col giocatore.
Una garanzia per entrambe le parti, ma soprattutto massima trasparenza. Ecco il Tweet nel quale Partypoker ha annunciato questa possibilità:
New and live for MILLIONS UK, partypokerLIVE now enables Players and Backers to settle payouts using the cash desk at tournaments to payout the correct amounts to each party. This makes the process of backing players safer and easier
See https://t.co/CW6MbYWzwN pic.twitter.com/8D8dIGHZwe— partypokerLIVE (@partypokerlive) 8 gennaio 2020
Il caso Marchington fa scuola
Il finalista del Main Event 2019, Nick Marchington, si è reso protagonista di un episodio controverso. Dopo aver venduto il 10% della sua action e aver chiuso 7° per 1.5 milioni di dollari, non ha pagato i suoi investitori sostenendo di aver cancellato il tutto prima di registrarsi al Main.
Qui sotto il Tweet dell’accaduto:
I cancelled the piece before I registered for the Main Event.
— Nick Marchington (@NickMarchington) 3 agosto 2019
Non sappiamo quale delle due parti avesse ragione, sta di fatto che se il sistema proposto da Partypoker fosse stato messo in atto alle WSOP, questo incidente non si sarebbe nemmeno verificato.
Non proprio una novità
Partypoker non è la prima poker room ad avanzare questa proposta.
Su GGpoker infatti, la piattaforma che ha accolto Daniel Negreanu come testimonial e che oltreoceano va alla grande, ha introdotto questa feature addirittura nei tornei online.
Insomma, l’idea di base, seppur valida, è stata presa in prestito altrove.
Di notizie circa una sua possibile attuazione anche sulla piattaforma online non ne sono ancora arrivate, ma considerato l’esperimento di GGpoker le possibilità che Party decida di introdurre questa opzione non sono affatto remote.
Cosa cambierebbe con lo staking online?
Facciamo un po’ di chiarezza: anche nel caso in cui le poker room decidessero di fa propria questa innovazione, non vi sarebbe alcuna rivoluzione.
Chi fa parte di una scuola di poker e ha ricevuto un bankroll per giocare un certo tipo di tornei o chi, ad esempio, è sotto staking privato, continuerà a fare quello che ha sempre fatto.
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Si tratterà semplicemente di una possibilità in più, sia per chi intende giocare un torneo dal buy-in troppo elevato per le proprie tasche, sia per chi vuole investire su questo o quel giocatore, a patto che dall’altra parte vi sia l’intenzione di vendere dell’action.
Di sicuro le controversie circa accordi ambigui, quote non pagate e chi più ne ha più ne metta sparirebbero in un lampo.
Nonostante l’occasione fosse ghiotta, occorre sottolineare che nessun giocatore ha usufruito di questa possibilità al Millions UK di Nottingham.
A dimostrazione che ci vorrà comunque un po’ di tempo per far sì che i giocatori prendano confidenza con una novità simile.
E voi cosa ne pensate a riguardo? Lasciateci un commento e diteci la vostra!
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