Da quando ho cominciato a fare questo lavoro uno degli obiettivi è sempre stato quello di partecipare agli eventi live più importanti.
In fondo la passione per questo giochino è nata proprio osservando le gesta di quelli che si davano battaglia dal vivo e, dopo oltre cinque anni di onorata carriera, posso dire di aver incontrato (e intervistato) quasi tutti i giocatori più famosi al mondo. Tranne Phil Ivey, ahimé.
In realtà l’occasione c’è stata proprio alle ultime WSOPE, ma come accade spesso anche ai tavoli il timing non è stato dalla mia parte e “King Phil” è ripartito lo stesso giorno in cui ho messo piede a Rozvadov…
Meeting the GOATs
In quella che negli ultimi anni è diventata “La Mecca” del poker live europeo qualche soddisfazione a livello giornalistico me la son levata.
Una di queste è stata incontrare per la prima volta “Isildur1”, al secolo Viktor Blom, uno che mentre io mi esaltavo per aver vinto un torneo da 10 dollari su FullTilt quando ancora le ‘punto it’ non esistevano – completamente a caso, e le cose non è che siano cambiate al giorno d’oggi -, macinava milioni su milioni swingando giornalmente l’equivalente del PIL del Montenegro.
Trovarmelo davanti è stata a dir poco una sorpresa dato che non si presentava a un torneo live di rilievo dal 2012 e, a quanto pare, non sono stato l’unico a rimanerci di sasso.
Quello nella foto qui sopra è Gabriele Zappalà, a uno dei suoi primi live, immortalato dal sottoscritto mentre posta il selfie appena fatto con “Isildur1”. E vi assicuro che dall’espressione sembrava avesse appena vinto un Sunday Special…
CLICCA QUI per l’intervista al campione svedese all’ultimo EPT di Praga
Per intercessione di padre Kanit
Dopo aver scattato qualche foto al più duro del sito in azione al PartyPoker Millions – no Gabriele, stavolta non mi riferisco a te ???? – mi avvicino a Mustapha Kanit per chiedergli lumi sulla sua presenza:
“Hai visto che c’è Isildur seduto al tavolo là?”
“Chi Viktor?” – mi risponde Musta – “Ma certo, è un mio amico! Alla pausa viene a mangiare con noi, aspetta che te lo presento…”
E così fu. Il 10 febbraio 2018 mi trovo al ristorante del King’s – quello subito alla sinistra del bar per chi c’è stato – seduto al tavolo accanto alla leggenda dell’online: Viktor “Isildur1” Blom.
Quel che non t’aspetti
A guardarlo in video Isildur mi è sempre sembrato una roccia, uno di quelli a cui nelle vene scorre il piombo e che con uno sguardo è capace di demolire i palazzi.
Ecco, sappiate che quella è soltanto un’impressione perché dal vivo Viktor è un timidone. A dirla tutta quando ci stringiamo per la prima volta la mano sembra lui ad essere in imbarazzo e non viceversa.
La maschera da uomo d’acciaio si scioglie in un sorriso innocente che mai e poi mai avrei immaginato potesse rientrare nel suo “range”.
E invece è proprio così, un ragazzo acqua e sapone che quando si siede al tavolo si trasforma in una macchina da guerra.
La passione segreta di Isildur
Da operatore del settore avrei potuto domandargli qualsiasi cosa sulla sua carriera, sui suoi up and down, sulle battaglie interminabili coi mostri sacri del poker online.
Sul momento però nulla di tutto ciò è balenato per la mia testa e sapete di cosa abbiamo parlato al nostro primo incontro? Di pizza.
Sì, perché a quanto pare in Svezia la pizza più gettonata è quella con sopra la carne del kebab, seguita da una misteriosa ‘Vesuvio’:
“E’ la mia preferita, la prendo sempre!” – mi confessa con la stessa faccia che potrebbe avere un bambino quando parla di cosa ha ricevuto a Natale.
Viktor mi spiega che la “Vesuvio” è una sorta di impiastro fatto con formaggio e prosciutto senza nemmeno l’ombra di uno strato di pomodoro. Così come la mozzarella, un ingrediente a dir poco mistico da quelle parti.
Per la cronaca: quel giorno Isildur riuscì a chiudere il Day1 da chipleader per poi andare a vincere il suo secondo torneo live di prestigio dopo l’exploit al PCA Super High Roller da 100K del 2012.
Insomma, dalla Svezia probabilmente non uscirà il nuovo Vissani, ma state pur certi che in quanto a chip – quelle di ceramica s’intende – da quelle parti ci sanno fare.
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