Brian Rast: il modo peggiore di perdere il torneo più ricco di sempre

Set 5, 2024

Brian Rast

Facciamo un tuffo indietro, nel lontano 2012. Il Big One for One Drop da un milione di dollari di buy-in era il torneo più costoso mai disputato nella storia, ai tempi, e nel field comparivano alcuni ricchi occasionali e molti professionisti affermati.

Uno di questi ultimi era Brian Rast, all’epoca addirittura non così affermato, ma quanto bastava per trovare acquirenti di quote per arrivare al milione.

Perché ci concentriamo su di lui? Il motivo è che oggi, dopo 12 anni, ha ricordato ai microfoni di poker.org una delle bad beat più allucinanti della storia, e sicuramente quella che ricorda in maniera più vivida nella sua mente.

 

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Erano rimasti in sei al tavolo, e il gap tra il sesto e il primo premio ammontava a quasi 17 milioni di dollari. Scalini decisamente importanti, e momenti in cui non vorresti che gli incastri di carte ti giochino a sfavore!

E invece Trickett apre preflop a 1,2 milioni, trovando i call di Rast da BTN e Esfandiari da BB.

Flop: 843 (4,35M) – Checka “The magician”, Trickett punta 1,8M, chiama solo Rast.

Turn: 84310 (7,95M) – Trickett punta 3,8M, Rast chiama ancora.

River: 843103 (15,55M) – Sam Trickett riflette e va all in per 8,27M e Rast snappa mostrando AJ. Trickett gira… 33!!!

 

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Brian Rast ricorda quanto epocale fosse quel torneo. Ai tempi, i tornei più grandi – rimembra – erano il $25K WPT di pochi mesi prima con $3M al primo classificato, e poi iniziarono le Alpha Series con qualche $100K con field di 20 giocatori tutti preparati. Di 100K se ne giocavano forse un paio all’anno.

Quando Laliberté annunciò questo One Drop, Rast rimase scioccato da quanti player amatoriali ci fossero in un field di ben 48 giocatori: “Era elettrizzante, mi sentivo come durante una deep run al Main Event WSOP, ma già dal day 1!” 

“Il mondo del poker stava guardando, era un tavolo televisivo ed è stato figo farne parte. Essere bustati… non ci sono molti momenti nella mia carriera dove ricordo esattamente ancora cosa sia successo, ma ricordo bene le emozioni.

Il board si accoppia, Trickett si prende il suo tempo, va all in e io lo snap-callo. C’è stato questo momento strano dove ho girato la mia mano aspettandomi di vincere, e realizzai dopo un paio di secondi che non era così.

Pensai «Oh, mi sa che non mi divertirò più con quelle chips a questo tavolo». Ricordo di aver mosso pile di chips nel mezzo senza motivo cercando qualcosa da fare, stretto mani in giro. Ci sono stati pochissimi momenti così, ma questo è rimasto inciso nella mia mente. «Oh cavolo, quads. Ok Sam, bella mano fratello»”

 

Image credits: Rachel Kay Miller, PokerNews, WSOP

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