Ora Charlie Carrel è uno dei più conosciuti tra i poker player, per il grande successo ai tavoli, lo stile estroso e per la sua presenza social, sempre incline ad aiutare il prossimo tra skill pokeristiche, psicologiche o spirituali.
Quando era ancora un astro nascente però, la sua vittoria all’EPT Grand Final di Monte Carlo ha catalizzato l’attenzione dei media anche non di settore. D’altronde un 22enne che vince $1.250.000 non si vede tutti i giorni.
Tra questi media compariva anche la nota rivista Vice, che nel lontano 2016 ha dedicato un articolo al giovane inglese intervistandolo anche sui suoi lati più oscuri.
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Bullismo e interruttore emotivo
“Intelligenza e incapacità sociale per nasconderla sono una brutta accoppiata a scuola – dice Charlie – Ho subito bullismo per una parte abbastanza grande della mia infanzia.
Avere non più di un amico, il mio migliore amico Matthew Pettit, per un lungo periodo di tempo ha atrofizzato il mio sviluppo sociale ed emozionale.Â
Ho creato un meccanismo di difesa: posso staccarmi dalle mie emozioni. Un esempio applicato al poker potrebbe essere che non sento mai lo stress di un final table. Posso spegnerlo, e mi sento grato per questo.”Â
All’inizio con il poker nessuna vita sociale
Ricordando i suoi primi tempi pokeristici, Charlie prosegue: “La mia vita sociale è stata annichilita dal poker. Ho perso i contatti con il 90-qualcosa percento delle mie conoscenze perché sapevo che il poker sarebbe stato probabilmente uno degli obiettivi più importanti della mia vita.”Â
Ai tempi Carrel aveva 19 anni, e si era trasferito in una sottospecie di isolamento dalla nonna: “Avevo un bankroll di $2.500 e avevo deciso di andarmene da lì solo una volta raggiunti i $100.000. Gli unici punti di socializzazione erano le chat di Skype e i miei gruppi di studio per imparare il poker.”
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Un unico amico, e dopo la vittoria…
Dopo al Sunday Million però la sua popolarità , stranamente, ebbe un picco: “Tutto ad un tratto ho cominciato a ricevere messaggi da chi ho incrociato una volta a un festival, i ragazzi che mi bullizzavano a scuola, parenti lontanissimi con cui non ho mai parlato, addirittura perfetti sconosciuti.”Â
Parte di quella vincita è andata in una vacanza con i suoi amici più stretti, in particolare uno di cui Carrel non finirebbe mai di parlare: “Ben Heath. Potrei parlare della mia amicizia con lui per anni. Dopo due anni dove abbiamo vissuto e viaggiato insieme non abbiamo mai litigato. La cosa che amo di più di questa amicizia è come affrontiamo gli swing: quando sono stato eliminato dal torneo dal buy-in più alto che ho mai pagato, la prima cosa che ha fatto Ben è stata puntarmi il dito contro e ridere. E io farei lo stesso a lui. Tra di noi funziona.”