Tra le storiche icone dei tempi d’oro del poker, Daniel Negreanu è probabilmente quello che fra tutti si è impegnato di più per mantenere il suo gioco aggiornato alle nuove teorie e tendenze.
Se qualche anno fa Daniel fu un innovatore del poker, rendendo popolare la strategia small ball, al giorno d’oggi il suo ego e i suoi risultati non l’hanno fermato dall’approcciarsi a GTO, balancing e frequenze.
Approfittando di essere un esempio di transizione dalla vecchia scuola alla nuova, Daniel ha fatto una doppia analisi di una mano giocata al Super High Roller Bowl di dicembre 2019 contro Mikita Badziakouski, mostrando le differenze tra un thought process di qualche anno fa e un’analisi moderna.
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Daniel Negreanu vs. Mikita Badziakouski
Super High Roller Bowl, blinds 1.000/2.000 BB ante 2.000, due tavoli left. Negreanu è secondo in chips in un tavolo a 7 giocatori.
Preflop:
- Apre Negreanu (352.300) J♥10♥ a 5.000 da UTG
- Badziakouski (113.000) da UTG+1 chiama con 9♥9♣
Flop: 8♦6♠7♥ (15.000)
- Daniel punta 5.000
- Mikita rilancia 16.000
- Negreanu call
Turn: 9♠ (47.000)
- Daniel check
- Badziakouski check
River: 8♥ (47.000)
- Negreanu check
- Mikita bet 60.000
- Daniel folda
Analisi old school
In questo torneo sto andando molto bene, quindi applico un po’ di pressione in più. Rilancio 2,5x da UTG con J-10 suited. Di base sto provando a rubare i blinds, se qualcuno gioca va bene, ho una mano che può giocare abbastanza bene postflop.
Su questo flop non ho niente, ma ho rilanciato UTG, e questo fa immaginare alla gente che posso avere grandi overpair. In più la gente sa che mi piace giocare suited connector. Se lui ha mani come KQ, AQ o KJ, posso vincere il piatto direttamente al flop. In caso contrario posso sempre pescare un 9.
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Allora betto small, la stessa size che farei con AA e KK probabilmente. Quando rilancia 16.000 non me l’aspettavo proprio, visto che rappresento monster o suited connector. Per 11.000 in più però ho decenti pot odds per chiamare. Se va check-check al turn e al river cade una scary card posso bluffare, ma vista la mia immagine forse posso bluffare anche su river non preoccupanti, rappresentando overpair.
Al turn faccio jackpot, ma visto che ha rilanciato al flop mi limito al check con il plan di check-raisare, perché se punta qui avrà sempre una scala, o un set, two pair.
Il river paira il board, ma ho comunque la scala nuts, sono ancora buono. Non ci sono molte mani che mi battono. Quando punta 60.000 su pot di 47.000 mi dico: sono io, lui sa che sono io. Sa che mi piace callare. Sa che ho qualcosa di forte perché ho chiamato il raise al flop. È avido, vuole che io chiami con un 10, quindi deve avere qualcosa di più forte. Meglio foldare, in fondo cosa può bluffare qui?
L’analisi del nuovo Negreanu
L’analisi del “vecchio me” non è così pessima, solo che non è altrettanto efficiente. Torniamo nel 2021 e vediamo le differenze.
Sono in una buona situazione di chips, al tavolo ci sono un paio di short che danno maggior credibilità al mio rilancio UTG. J-10 suited fa sicuramente parte del mio range di open da UTG, soprattutto su un tavolo verso lo short handed.
Bisogna stare attenti, nella costruzione dei range, ad avere mani che abbiano una buona copertura sui vari board. Se rilanciassi solo premium diventerei troppo facile da affrontare postflop.
Mikita per chiamare deve avere un range abbastanza forte, essendoci giocatori short che possono squeezare all in, mi aspetto che abbia delle mani con cui può chiamare spesso degli shove. Il range consiste in un decente numero di pocket pair, suited broadway, AQ, qualche AK, e ogni tanto farà slowplay con AA e KK. Non mi aspetto molti suited connector. In poche parole un range abbastanza forte con un po’ di copertura sui board.
La prima domanda al flop è capire se è buono per il mio range o per il suo. Credo sia piuttosto close perché abbiamo entrambi tutti i set. Io sono al bottom del range, ho solo J-high. Una buona mano per bluffare generalmente, anche perché blockeriamo qualche combo di JJ e TT, così come qualche T9s.
Il raise è piuttosto piccolo, abbiamo buone odds per hittare il 9 e alcuni runout su cui possiamo bluffare, ad esempio un A o un K.
Su un turn così in genere non hai un leading-range perché non hai molti modi di bilanciarlo. Chiamare il raise al flop e leadare il turn è difficile, forse un solver lo fa l’1% delle volte. Noi umani arrotondiamo a 0%.
La domanda al river è: valuebettare o checkare, e in caso check-call o check-raise? Penso che in generale ci sia più valore nel check-call. Se usasse una size fino a 25% pot forse check-raiserei perché ho abbastanza valore, contro size più alte è un call.
Ma cosa fare contro un’overbet? Sappiamo che l’overbet significa essere estremamente polarizzati. O hai una mano fortissima o hai il nulla più totale. Quando overbetta quindi elimino i 10 dal suo range. Forse qualche 10 lo gioca così, ma noi li blockeriamo pure. Inoltre check-raise > check > overbet è una linea improbabile con solo un 10 in mano.
Mikita Badziakouski al British Poker Open. Immagine da Poker Central
Le sue combo di valore sono: qualche 87s, 66, 77, qualche 89s, forse 99. È pieno di combo di full che vanno d’accordo con il suo call da UTG+1. Le premium, come QQ+ non le turnerebbe mai in bluff in questa maniera.
Quindi cosa rimane per i bluff? 76s ad esempio, perché blockera molti full, ma poi? KJs? AQ? Non hanno molto senso con il raise al flop, se lo fa è a una frequenza molto bassa.
Con quella size ci dice che ha mani molto molto forti o molto molto scarse, ma le mani di valore sono molte di più che quelle di bluff. Questo ci porta facilmente al fold.