Amiamo parlare dei lati positivi del poker, dare valore all’impegno, alla dedizione, e a differenziarlo dal gioco d’azzardo. Però se di mele marce se ne trovano in qualunque contesto, non possiamo fare finta che il poker ne faccia eccezione: ecco i 10 più eclatanti “scam” della storia.
Per chi non avesse ancora familiarizzato con il gergo pokeristico o con l’inglese in generale, per scam si intende truffa, imbroglio, raggiro, e con l’aiuto di un video di Poker Bounty su YouTube vi racconteremo i 10 episodi più clamorosi.
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1 – Ultimate Bet e Absolute Poker
Settembre 2007. Il poker online era ai suoi esordi, e uno scandalo su una poker room a quei tempi poteva voler dire uno scandalo dappertutto.
Tra i forum, strumento molto in voga all’epoca, alcuni giocatori cominciarono a lamentare attività sospette da parte di un certo account.
Il regular high stakes “CrazyMarco” riuscì ad ottenere da Absolute Poker le hand history di un torneo, completi di tutte le mani e indirizzi IP di giocatori e spettatori.
Emerse che dietro a un giocatore chiamato “PotRipper” c’era sempre uno spettatore al tavolo, ed entrambi erano localizzati in Costa Rica. L’analisi delle mani rese evidente che quel player giocava sempre in maniera perfetta contro le mani avversarie, come se potesse vederle.
Dopo aver negato l’esistenza di un “master account”, ovvero un account capace di vedere le carte di tutti i giocatori, Absolute Poker infine ammise che ne fu usato uno per imbrogliare.
Uno scandalo simile venne scoperto l’anno successivo su Ultimate Bet, room dello stesso circuito, che trovò un giocatore che prendeva indicazioni a sua volta da un account super-user.
Inutile specificare che nonostante le contromisure delle due room e i rimborsi ai giocatori, ci fu un esodo di massa da questi due concessionari.
2 – Black Friday
La storia del Black Friday è piuttosto conosciuta, quindi non ci dilungheremo nel dettaglio.
I tre maggiori siti del settore, PokerStars, Full Tilt e i già citati Absolute/UB, vennero chiusi dal Dipartimento di Giustizia americano, che rilevò 11 imputati accusati di frode bancaria e riciclaggio di denaro.
Mentre PokerStars riuscì subito ad accordarsi con il dipartimento per recuperare il dominio .com e poter restituire i fondi ai giocatori americani, Full Tilt si trovò in una situazione critica a livello economico, nata da una serie di depositi fantasma unita al sequestro del denaro. Fu successivamente PokerStars stessa a “salvare” Full Tilt dalla tragedia, acquistandola.
Ultimate Bet e Absolute Poker devono ancora restituire i soldi ai giocatori americani, e non si hanno nuove notizie in merito.
3 – Il multi-account originale
Ci sono stati troppi episodi di multiaccount nella storia, ma nel febbraio del 2006 avvenne l’episodio più eclatante.
Su PartyPoker Josh Field vinse all’illegale età di 16 anni il 500.000 Sunday Tournament giocando con due account, JJPRODIGY e ABLACKCAR. Josh disse che quest’ultimo fosse l’account della nonna, che troppo stanca per continuare fece giocare il nipotino il resto del torneo.
Peccato che Josh decise di vantarsi della sua geniale strategia in alcune chat con amici, le voci girarono, i giocatori truffati si rivolsero alla poker room che congelò immediatamente gli account bannandoli a vita. In contemporanea, anche PokerStars chiuse il conto di Josh, bannandolo anche dal PokerStars Carribean Adventure.
Una curiosità: in parallelo, anche l’attuale secondo della All Time Money List Justin Bonomo giocava su sei account contemporaneamente e venne bannato da PokerStars, ma a differenza di Field, riuscì a farsi perdonare, rimettere la testa a posto, e riprendere l’account nel 2009.
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4 – LockPoker
2016, aprile. LockPoker riprese il triste scettro lasciato da Full Tilt.
Mentre di facciata tutto continuava come se niente fosse, LockPoker negli anni accumulò un buco da 15 milioni di dollari, che lo obbligò a bloccare la possibilità di prelievi e infine anche di scaricare il software stesso.
Alcune indiscrezioni dicono che i fondi dei giocatori vennero utilizzati per folli spese, e per mantenere lo stile di vita a massimo lusso della proprietaria Jennifer Larson.
5 – Isildur1 e il data mining
Per scoprire la storia nel dettaglio, scopri la storia della bad run più epocale di Viktor Blom, ma qui ci concentreremo sul dettaglio truffaldino.
Brian Hastings per vincere contro “Isildur1”, analizzò il gioco dell’avversario assieme a Brian Townsend e Cole South.
Fin qua nulla di illecito, ma Townsend acquistò da terze parti 30.000 mani di Viktor, un’azione che si chiama “data mining” ed è illegalissima su ogni poker room.
Full Tilt non punì Brian, e si limitò a 30 giorni di sospensione per l’account di Townsend. I 4 milioni e passa di Blom restano persi.
6 – Mike Postle
La storia di Mike Postle è una delle più famose degli ultimi anni.
Tutto nacque da un tweet di Veronica Brill, che insinuò il sospetto di un cheating allo Stones Live Cash Game.
Persone come Joe Ingram e Doug Polk presero a cuore la storia e analizzarono le varie apparizioni di Mike Postle nei cash game live televisivi, decretando che Postle potesse comunicare via telefono con qualcuno che, dietro la regia del tavolo televisivo, lo informava sulle carte avversarie.
Postle ha ovviamente sempre negato, e il processo da 10 milioni di dollari è ancora in corso.
7 – Jamie Gold
Jamie Gold è noto per aver vinto il Main Event WSOP più ricco della storia, per un premio da 12 milioni di dollari.
Prima dell’iscrizione però, Jamie aveva stretto un accordo di sponsorizzazione con Bodog Poker, e per contratto metà del premio sarebbe dovuta andare a Bodog.
Gold alla fine si rifiutò di dare 6 milioni all’azienda che lo sponsorizzava, e rinnegò l’accordo. In breve tempo si andò in tribunale, ma infine Bodog e Gold si accordarono in privato per risolvere la cosa.
8 – Chips contraffatte al Borgata
Il 2014 Borgata Winter Open, torneo da 2 milioni garantiti, venne interrotto a metà perché si rilevarono delle chips contraffatte.
Il colpevole venne trovato: nella camera di Christian Lusardi si trovarono 2.700.000 chips fasulle, che Lusardi tentò preso dal panico di gettare nel water, che ovviamente si otturò.
Lusardi venne arrestato per 5 anni e $463.540 da restituire al Borgata, oltre a $9.455 per i danni alle condutture.
9 – Pitbull Poker
Nemmeno troppo tempo dopo lo scandalo di Absolute Poker / Ultimate Bet, si creò l’allarme sui forum della presenza di super user anche su Pitbull Poker, un piccolo sito per giocare a poker direttamente da browser.
A differenza delle più grandi AP/UB, Pitbull Poker non si comportò nella maniera più pulita, rifiutandosi di inviare le hand histories ai richiedenti.
Inoltre vennero notate licenze di gioco mai arrivate, bug nei software e reindirizzamenti alla piattaforma da altri siti di creme e steroidi. Inoltre a ridosso dello scandalo, la poker room rimase magicamente senza proprietari e cambiò velocemente sede da Regno Unito a Cipro.
10 – La collusion tra Pasqualini e Rossi
Anche se i cognomi hanno fatto preoccupare, Jean Paul Pasqualini e Cédric Rossi sono due giocatori francesi, che al Partouche Poker Tour del 2009 applicarono una pessima collusion ai danni del compianto player italiano Gianni Giaroni, che purtroppo venne condannato alla terza posizione.
All’inizio si parlò di soft play, o rispetto tra connazionali, ma successivamente fu lo stesso Giaroni a dire di aver notato i segnali che i due francesi si inviavano a vicenda, e addirittura di averli capiti tanto da poter dire che carte avessero i due avversari in mano.
A confermare le parole di Gianni, il CEO di Global Poker Index Alex Dreyfus fece visionare il final table ai migliori giocatori del mondo, che confermarono la tesi, e un video su YouTube disseziona tutti i segnali dei due francesi in maniera (forse?) inequivocabile.
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Foto di Mikhail Nilov da Pexels