Intervista esclusiva a Marco Perra dopo la doppietta Explosive Sunday in 2 settimane

Giu 5, 2024

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Non lo aveva mai vinto, poi ha trovato una incredibile doppietta che gli ha restituito di botto tutto quello che la run gli aveva tolto in precedenza.

Ecco la nostra chiacchierata con il livornese Marco Perra che ieri mattina, con il nickname ‘JungleGap’, ha vinto l’Explosive Sunday due settimane dopo aver messo in bacheca per la prima volta il domenicale di punta del circuito iPoker.

 

La maledizione con gli Explosive

Questa doppietta ha messo fine a una sorta di “bad feel” che il livornese aveva con l’ Explosive Sunday: in otto anni di grinding non lo aveva mai vinto pur essendoci arrivato vicino più volte.

Proprio a un Explosive Sunday, Marco ricevette quello che ancora oggi ricorda come “uno dei colpi più tiltanti” della sua carriera:

Era un 4 left di qualche anno fa, ero chipleader e con gli assi mi scontrai con il secondo in chips che aveva i kappa su dama alta. Arrivò un K river e soprattutto per il momento in cui avvenne, questo colpo mi spostò abbastanza, anche a livello mentale ma è un altro discorso. Quindi questi sono i primi due Explosive Sunday che ho vinto e finalmente è una piccola soddisfazione per i cento milioni di day 2 che ho fatto finora.

Su iPoker da un anno e mezzo a questa parte Marco gioca esclusivamente con il nickname ‘JungleGap’:

In otto anni di professionismo ho cambiato diversi nick su ipoker. Ricordo ‘El Mexican’ e forse un altro, ma sono di più quelli che non ricordo. Al momento, da forse un annetto e mezzo, ‘JungleGap’ è l’unico nickname con cui gioco su iPoker.

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Il racconto della doppietta

Chiarendo di essere stato fortunato non solo per la doppietta chiusa a stretto giro, ma anche perché questa è arrivata mentre stava streammando live, Marco ci racconta che i due Explosive Sunday vinti hanno avuto per lui dinamiche e aspettative molto diverse:

Nel primo caso era un torneo che stavo cercando di vincere perché avevo lo stack che me lo permetteva, la run dalla mia parte e un tavolo molto gestibile, quindi l’obiettivo era sicuramente di fare primo. Ho esultato molto sia per il fattore monetario sia perché era un periodo un po’ così e ho vissuto la vittoria un po’ come rivalsa nei confronti del poker.

Nella vittoria arrivata ieri, invece, presupposti e aspettative erano tutt’altri:

Nonostante abbia iniziato il day 2 con il terzo stack su 250 left, la giornata ha poi preso una piega davvero brutta. Ho dovuto lottare fino alla fine senza mai darmi per vinto ma ho dovuto affrontare diverse situazioni e problematiche scomode. Il tavolo finale poi era molto particolari perché c’erano diversi avversari ricreazionali e quindi sono dovuto stare calmo e aspettare il momento buono. Inoltre il chipleader era un reg preparato che aveva uno stack allucinante quindi il mio obiettivo in questo caso non era vincere il torneo ma cercare di portarlo il più in fondo possibile in maniera matura. Poi a tre left quando ho preso il sopravvento ho potuto mettere in gioco le mie skill e infatti negli ultimi spot sono prevalse.

Nonostante la prima volta non si scordi mai, Perra dice di aver esultato di più per il bis:

La doppietta è arrivata del tutto inaspettata e probabilmente mi ha fatto esultare di più perché è stata la gioia di dire ‘ho vinto due volte di fila’. Bello bello bello.

 

Sushi & superstizione

Quando gli chiediamo se ha festeggiato o se lo farà, Marco ci ha raccontato scherzando che proprio grazie a questa doppietta da ora in poi potrebbe seguire una nuova superstizione:

Dopo la prima vittoria sono andato a mangiare il sushi con una mia carissima amica e ho passato una serata piacevole, ma niente di che. Non ho comunque in mente di festeggiare in modi particolari perché purtroppo il giocatore professionista di poker si deve abituare alle vincite che devono far parte della routine. Ma anche se non festeggerò non significa assolutamente che non sia contento. Anche questa volta è capitato che oggi era pranzo con mio padre al sushi: probabilmente settimana prossima organizzerò un pranzo o una cena al sushi prima di giocare l’Explosive Sunday, non si sa mai che porti bene!

 

Resilienza is the way

Nel torneo vinto ieri mattina, Marco racconta di aver lavorato di pazienza, adattandosi alle situazioni con la costante di non mollare mai.

All’inizio del day 2 partivo con 200bb, poi mi sono ritrovato a 20bb senza vedere troppe carte anche per l’aumentare dei bui. Mi hanno scoppiato KK con AK, poi ho vinto uno showdown a tre con AT contro una coppia di nove e AK grazie a un dieci al flop. Al tavolo finale mi sono adattato al field, c’erano un paio di regular carini e molti fish randomici. Uno di questi che non foldava mai lo avevo a sinistra e subito dopo c’era il tizio che per quattro quinti del tavolo finale ha avuto la maggior parte delle chips, quindi per posizione e stack potevo fare ben poco: come ho detto la strategia, più che a vincere il torneo, era improntata ad arrivare il più in fondo possibile. Poi ho potuto dire la mia anche grazie a una serie di mani fortunate e da 4-3 left in poi c’erano le condizioni per far valere la mia skill, cosa che ho fatto.

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Una questione di qualità

Marco oggi non si definisce più un mass-grinder preferendo la qualità alla quantità:

Oggigiorno non mi definisco più un grinder, un po’ per colpa o per merito di Twitch, un po’ per i tanti anni che gioco. Ormai preferisco una qualità di gioco un pochino superiore soprattutto per quanto riguarda il numero di tavoli. Infatti da qualche anno ho abbassato notevolmente il grinding ottenendo una qualità di vita superiore. Non sono più un ragazzino, ormai quest’anno vado per i 31 anni e da otto clicco online.

 

Le abitudini di studio

Passando allo studio, Perra riconosce di avere una organizzazione abbastanza caotica:

Non sono per niente una persona abitudinaria, nel senso che il bello di questo lavoro per me è sempre stato la gestione del mio tempo. Quindi se una settimana voglio studiare zero, studio zero. Se la settimana prossima voglio stare 27 ore su 24 a studiare lo faccio. In più ho impegni da coach, impegni da streamer perché ormai la mia realtà è anche questa, impegni da giocatore… Strutturo un po’ la settimana per come viene ma di base cerco di concedermi almeno, almeno, almeno, almeno, almeno una sessione di studio a settimana per conto mio. Purtroppo non succede sempre. Questa è sempre stata la mia pecca, perché comunque non sono costantissimo nello studio. Però lo faccio e c’è da dire che facendo anche il coach a tempo pieno parlo sempre di poker, magari non dei miei tornei però sono sempre a contatto con Solver e analisi. Magari è uno studio un po’ indiretto ma sempre studio è.

 

La vita del pokerista è un’altalena di emozioni

Alla fine della chiacchierata Marco si lascia andare a uno sfogo:

Aggiungerei che dopo un bel po’ di periodi di m***a mi sto togliendo un po’ di sassolini dalle scarpe, e non tanto per i tornei vinti che sono cose relegate alla run quanto per il lato content creator, per come sta andando Twitch e per come sto gestendo la cosa anche sugli altri canali.

Sono molto soddisfatto di questo anche perché il poker l’anno scorso è andato molto male e quest’anno il vento sta cambiando: ‘Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost’ direbbe qualcuno in qualche telefilm. Sono contento, a tratti pochissimo a tratto molto contento. Ma penso che questa altalena di emozioni sia quasi normale per un pokerista.

 

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