Sei soddisfatto della tua carriera pokeristica? Pensi di aver fatto abbastanza, di meritare di più, di essere dove dovresti essere, che il futuro ti sarà roseo o che sia troppo complicato?
Il poker è un gioco fantastico, altrimenti noi non saremmo qui a scrivere e voi a leggere, ma diciamocelo: a volte causa anche malcontento.
Bad beat e swing a parte, molti giocatori non sono soddisfatti di dove si trovano. Vorrebbero vincere di più o pensano di meritarselo, o si sentono sfortunati. Questo deriva, di solito, da un paragone automatico che facciamo con i nostri colleghi-avversari, o anche con giocatori che obiettivamente sono di un’altra categoria.
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Certo, la fortuna gioca un ruolo importante, ma come diceva Phil Hellmuth “Il poker è 50% fortuna, 100% abilità“. Alla fine, siamo noi a determinare le nostre qualità e i nostri successi, e se questi non corrispondono a ciò che vogliamo, forse è perché non sappiamo davvero cosa vogliamo.
La maggior parte dei nostri lettori sono giocatori midstakes – nell’ottica italiana, lowstake per quella internazionale – e siamo sicuri che tutti vorreste giocare e vincere a un livello più alto di quello in cui vi trovate. Vi siete mai chiesti… perché?
Tutto dipende da ciò che vogliamo. Il poker non è un’attività alla portata di tutti quando è full time; ci sono giocatori che giustamente lo vogliono come un hobby, un modo per arrotondare, e non una vera e propria professione.
Se siamo di questa categoria, obiettivamente dovremmo accettare il punto in cui siamo ed esserne felici. Perché la ricetta per migliorare a poker la conosciamo tutti: studio e gioco, niente di più, ma per fare ciò abbiamo bisogno di determinazione, disciplina, un obiettivo chiaro.
Se il nostro desiderio è quello di crescere e migliorare, se vogliamo arrivare al successo dei migliori (inclusi i numeri uno mondiali che vincono milioni), non possiamo prescindere dalla costanza, dal tempo che ci serve e dalla determinazione.
Imparare il poker e praticarlo sono due attività che hanno un costo in termini di tempo, e a questo riguardo non ci sono scappatoie. Dobbiamo dedicare al gioco il tempo che merita, passare le ore sui solver e ai tavoli, e se non lo facciamo non possiamo aspettarci i risultati che vorremmo.
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Se non abbiamo il tempo, le scelte sono due: accontentarsi di ciò che possiamo fare, o sacrificare il tempo di altre attività per il poker. È qui che entra in gioco il “Cosa vuoi” dell’articolo: vuoi vincere a poker più di quanto vuoi fare altre cose nel tuo quotidiano?
Quando decidiamo di puntare al successo, allora è solo la determinazione che ci serve. Insomma, per qualsiasi cosa al mondo… a furia di sbatterci la testa la impariamo. Con la volontà di imparare, lo studio diventa un piacere oltre a un investimento, e ogni mano persa è uno stimolo a capire il perché e trovarne una lezione per la mano successiva.
In poche parole, se non stai ottenendo i risultati che vuoi è solo perché non ci stai mettendo l’impegno che serve. E non è un problema, va benissimo giocare per divertirsi, ma deve essere chiaro nella tua testa.
Su queste pagine diamo tanti consigli, forse c’è addirittura tutto quello che serve per partire: impara i concetti, trova una community, affidati a un coach, studia sui solver, migliora il tuo mindset, riguarda le tue mani, e gioca ogni mano al meglio delle tue possibilità.
In bocca al lupo, Grinders!