Che il poker è una maratona e non uno sprint lo si sente ripetere soprattutto per i tornei di poker.
Ma anche il cash game può diventare una vera e propria maratona, se resti seduto al tavolo quasi tre giorni di fila.
Per informazioni chiedere a Chance Kornuth: su X il coach di Dan Bilzerian ha raccontato la sessione cash più incredibile della sua esistenza.
Una maratona inattesa
Prima di quella volta, Chance non aveva mai giocato una partita privata:
“13 anni fa sono andato a Dallas per giocare una partita privata di cash game PLO – ha scritto Kornuth – Non sapevo che avrei finito a giocare per 69 ore di fila, mangiando 15 panini da colazione McGriddles e finendo con un profitto di 517.000$. Ecco la storia di quella sessione da 69 ore”.
La sessione ebbe luogo in una location che lasciò a Chance il dubbio di essere ancora vivo:
“Immagina un ragazzo di 24 anni arrivare in un attico da quattro milioni di dollari con enormi televisori che ricoprono ogni parete, chef che preparano cibo di prim’ordine e splendide ragazze massaggiare ricchi businessman mentre questi lanciano chips sul tavolo da poker… Pensavo di essere morto e di trovarmi in paradiso!”
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Quando gli stack diventano sempre più profondi
Dopo aver effettuato il buy-in di 5 mila dollari come la maggior parte degli altri giocatori, Kornuth ebbe modo di notare subito che la partita era bella allegra, dal momento che solo nella prima orbita registrò tre all-in e diverse ricariche da 10k.
Dopo sei ore lo stack di Chance era salito a 20 mila dollari. Intanto gli avversari facevano scommesse sportive che perdevano, si arrabbiavano e continuavano a ricaricare lo stack. Quello di Chance arrivò a 75 mila dollari nel giro di poco:
“Al tempo il PLO era un gioco semplice. Fondamentalmente consisteva nel bluffare gli avversari quando checkavano e provare a prendergli tutto lo stack scoppiandogli gli assi quando tribettavano, siccome nessuno aveva range bilanciati o la consapevolezza di quello che stava facendo”.
Alla 12° ora di sessione Chance aveva centomila dollari davanti e forse per un eccesso di confidenza lasciò 20 mila dollari in un bluff mal congeniato. Per smaltire le scorie andò sul balcone a prendere una boccata d’aria fresca. Tornato al tavolo visse le 24 ore forse più calde di tutta la sua vita.
Sempre più in alto
“Nelle successive 24 ore presero la mia direzione almeno 20 tazze di caffè, 5 McGriddles di McDonalds e tantissimi big pot. Mi ritrovai con almeno 200k davanti giocando short handed con dei business-man e con l’autoproclamato “più grande giocatore di poker al mondo con un occhio solo”. Adesso che sono suo amico da 15 anni posso dire che aveva ragione.”
Al tramonto del secondo giorno di sessione, dopo aver mangiato altro cibo di McDonalds perché lo chef se ne era andato dall’attico, Chance trovò uno spazzolino e del dentifricio e si prese 20 minuti per darsi una ripulita e fare 40 flessioni.
Nelle seconde 24 ore della sessione il suo stack continuò a crescere fino ad arrivare a 400k. A quel punto al tavolo con Chance erano rimasti il tizio con un occhio solo e un dentista.
Il massive pot
Al passaggio tra il secondo e il terzo giorno di sessione per Chance arrivò il momento decisivo:
“Metto una pila preflop con AA83qp, scende un flop 4-5-Q rainbow, oppo checka, io betto pot, lui dice “eye all-in” e mette il suo occhio finto in mezzo al tavolo, io chiamo, lui gira 3457qp e io non mi trovo per nulla bene, ancora meno considerando che l’altro giocatore al tavolo ha foldato QQ. Alla fine l’avversario acconsente a girare turn e river tre volte perché glielo chiedo gentilmente”.
Mentre racconta i tre board di quel massive pot la passione di Chance per lo showdown si fa palpabile:
“Primo run-out. escono T-9, avevo il cuore in gola. Secondo run out, arrivano 3-8 per la più inattesa doppia coppia della mia vita, che mi permette di blindare 200k$. Terzo run-out, T…Q, counterfeito la sua doppia coppia con il mono-out! Mi metto a urlare di gioia e l’avversario riprende con rabbia il suo occhio finto dal pot.”
A quel punto i tre decidono di farla finita. Chance va un po’ a riposare nella stanza dell’attico di cui gli hanno dato le chiavi, prima di mettersi a guidare per tornare a casa.
“A oggi quei 517k restano la mia più grande vincita di sempre a una sessione cash. Non dimenticherò mai la ’69-hours session'”.
Dubitiamo che qualcuno potrebbe dimenticarsi una sessione così.