E’ giusto porsi degli obiettivi monetari nel poker?

Nov 27, 2020

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Una domanda che in tanti, dopo aver approcciato il poker in modo professionale (o semi-tale), sarà balenata nella testa dei giocatori.

Che senso ha porsi degli obiettivi monetari in un gioco dove i risultati, specialmente nel breve periodo, sono soggetti alla varianza?

Ma soprattutto, nel caso in cui la risposta fosse affermativa, quali parametri considerare per capire realmente il limite oltre il quale giocare diventa un’attività fine a sé stessa?

Il traguardo irraggiungibile

Scalare i livelli, nel poker non è un’impresa semplice.

E non parliamo soltanto delle difficoltà intrinseche al gioco, che si evolve a velocità supersonica e richiede una costante applicazione abbinata allo studio, quanto piuttosto del fatto che un traguardo ben definito non sembra essere facilmente identificabile.

Arrivo al NL100, no anzi, al NL200…Che dico vorrei arrivare al NL1000…

E poi ancora: “L’action stagna, forse è meglio trasferirsi e spostarsi sul ‘com’ o magari cominciare a giocare live…

E i tornei? Il ROI live è incredibilmente più alto di quello online, se solo riuscissi a costruirmi il bankroll per…

Non solo: “Va bene i low-buy in, ma quanta varianza. Se solo riuscissi a trovare qualcuno che mi aiutasse a giocare qualche torneo da mille, da duemila o perché no, provare qualche shot agli high roller

Il loop continua:Però i soldi veri si fanno agli high stakes, sia cash che tornei, pensa giocare i 25K, i 50K, lì basta uno shot e la vita cambia totalmente! Ok, ho deciso, voglio fare 100K all’anno, no anzi 200. Che dico 200, almeno mezzo milione di bankroll, un milione! 

Anzi, facciamo due milioni in banca per la real life e uno di roll, o forse il doppio. Voglio sistemarmi, non pensare più al lavoro, comprare una casa in ogni città. Sì, vorrei essere ricco, tanto ricco, fare investimenti…Ma per quello che ho in mente ne servono almeno cinque, di milioni.

Obiettivi, che obiettivi?

In mezzo a questa sfilza di vaneggi che, probabilmente, almeno una volta avranno attraversato la vostra testa, si staglia un gran punto interrogativo.

Una domanda spesso sottovalutata che quasi passa in secondo piano: pur ammettendo che la nostra scalata verso l’eldorado del poker sia una strada in discesa, quali sono le nostre reali necessita?

Quali obiettivi vogliamo raggiungere concretamente e quanto ci serve per metterli in pratica?

Si sente spesso parlare di cifre astronomiche, di “raggiungere una certa stabilità” senza davvero avere in mente quale sia lo scopo finale, in che modo impiegare un certo quantitativo di risorse e soprattutto quando.

Perché il tempo e tiranno e i desideri, le ambizioni, i traguardi, cambiano progressivamente.

Quel che va bene oggi potrebbe non andar bene domani e nel mentre i vent’anni diventano un dolce ricordo, così come i trenta…

Come se prima venissero i soldi e conseguentemente gli obiettivi e non viceversa, tutto all’insegna di una libertà dalla schiavitù della routine quotidiana.

Ma alla fine, di questa fantomatica libertà che i soldi ci avrebbero dovuto garantire, cosa ne facciamo realmente?

Liberi di non scegliere

Il poker, approcciato in modo professionale, è un lavoro a tutti gli effetti.

Un mezzo attraverso il quale guadagnare dei soldi da investire per mettere in atto quel che sono le nostre fantasie, i nostri desideri, le nostre ambizioni.

A volte però, e questo è un tratto comune dei pokeristi dai più affermati a quelli in erba, si finisce per perdere completamente la bussola ed entrare in un circolo vizioso per cui lo scopo del gioco risiede nel gioco stesso.

Un’assurdità a metterla in questi termini, ma una cruda realtà.

Se la libertà di un pokerista di successo si limita solamente al poter spendere, tanto e male, quanto accumulato, senza realmente poter disporre del proprio tempo e impiegarlo in qualcosa di costruttivo, che senso hanno tutti questi sacrifici?

Ecco perché, prima di lasciarsi travolgere dal vortice della scalata impossibile è bene capire di quanto si ha realmente bisogno e perché.

Se, per fare un esempio, la libertà di un pokerista risiede soltanto nella possibilità di poter prenotare all’ultimo momento un volo costosissimo per recarsi al prossimo torneo di poker in un angolo sperduto del mondo, beh…

Siamo proprio sicuri di non esserci appioppati un’altra catena al collo, forse più grossa anche se meno visibile?

Scriveteci pure le vostre opinioni a riguardo, commentando sulla nostra Fanpage, se vi siete posti il problema almeno una volta da quando giocate a poker!

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Photo Credits: Stefano Atzei

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