Il topic che tratteremo oggi, da che esiste il poker online in Italia, è sempre di grande attualità.
A chi non sarà capitato di storcere il naso di fronte a un avversario che, per andarci piano, non le manda a dire e comincia a riempirci di insulti in chat.
La questione diventa ancor più fastidiosa quando il suddetto allarga il proprio range di inciviltà ad auguri infelici e bestemmie di ogni sorta.
Per quanto le poker room cerchino di limitare un certo tipo di linguaggio filtrando le chat e bannando di default alcune parole chiave, farsi capire alla perfezione e aggirare il sistema non è affatto un’impresa.
Agli italiani piace sfogarsi così
Chi vi scrive risiede all’estero da oltre cinque anni e una cosa è certa: nelle room ‘dot eu’ il livello di frustrazione medio percepito dalle chat è nettamente inferiore rispetto al ‘punto it’.
La differenza è così lampante che basta giocare una ventina di tornei per capirla: il rispetto dei giocatori al tavolo, specialmente online dove l’identità rimane (quasi) un mistero, passa rapidamente in secondo piano, lasciando spazio alla parte più becera della personalità.
Non abbiamo dati concreti alla mano per quantificare la mole di insulti letti e ricevuti ai tavoli online, ma chi gioca abitualmente non farà alcuna fatica a seguire il discorso.
Qualche parolina di troppo scappa anche all’estero, per carità, ma certe uscite con riferimenti a malattie e disastri propri familiari sono uno spettacolo pessimo, per la nostra esperienza di gioco e per il poker in generale.
Chiarita la nostra posizione a riguardo, ci siamo fermati a riflettere sulle conseguenze del dare in escandescenze in chat e abbiamo dedotto che, tutto sommato, insultare al tavolo sia “EV meno”.
Questione di percezione
Nel caso in cui il giocatore su di giri non abbia ancora perso tutto il suo stack e si trovi ancora in gioco, il suo atteggiamento denota sicuramente uno scarso controllo.
Che poi questo comportamento abbia ripercussioni nel suo gioco non possiamo dirlo con certezza, anche se nella maggior parte dei casi è proprio ciò che avviene.
Quel che ci interessa invece è la percezione che i nostri avversari hanno di noi e uscire, fuori dalle righe potrebbe metterci in cattiva luce agli occhi di chi, magari, non ci aveva neanche notato.
Giocare in un tavolo 9-handed contro 5/6 giocatori che subito pensano, a torto o a ragione ‘Questo ora è nella condizione ideale per lanciarle tutte‘, sarà inevitabilmente un elemento a nostro sfavore.
Overthinking
Dando per scontato che la suddetta ‘testa calda’ non sia affatto uno sprovveduto ma sia al corrente che qualcuno possa mettersi a giocargli contro, proverà a sua volta a sfruttare questo aspetto a suo vantaggio.
Quanto è bello, in fondo, trovarsi a 4-bettare con due Assoni dopo essersi fatto odiare da tutto il tavolo?
Attenzione però a non cadere nell’errore opposto: sopravvalutare la forza della propria mano.
I nostri avversari non hanno nessuna intenzione di entrare nel piatto e proseguire nel colpo senza una mano di assoluto valore, specie per la dinamica di meta-game appena creatasi.
Ecco quindi che magari, nel caso in cui si arrivasse ai resti già al flop, una overpair sul board potrebbe non essere sufficiente a vincere il colpo…
Una scelta perdente
C’è chi ama mettersi tutti contro per ricevere più action e punire i propri avversari al momento opportuno.
Potrebbe essere una strategia, di sicuro non la migliore disponibile visto che i top pro mondiali si guardano bene dal metterla in atto, e come tale può venir considerata.
Se questa condotta però danneggia gli altri giocatori, rompe l’armonia al tavolo o molto più semplicemente urta la sensibilità di altri giocatori, la questione non diventa più strategica ma sconfina nell’etica del gioco.
Il rispetto altrui non può essere messo in discussione per fini squisitamente personali e il risultato, da qualsiasi parte lo si voglia analizzare, sarà sempre il medesimo: una scelta perdente.
E voi cosa ne pensate a riguardo, gli insulti in chat vi fanno andare su tutte le furie o non vi sfiorano nemmeno?