Phil Galfond ha recentemente aperto il suo canale YouTube, e conoscendo il valore del poker player in questione, non c’è dubbio che pioveranno contenuti di altissima qualità.
Già in uno dei primi video pubblicati Galfond risponde alle domande dei suoi follower, il classico Q&A, e regala subito delle perle molto utili.
Una delle prime domande è stata: “Non riesco ad essere abbastanza aggressivo e a fare dei bluff che so che dovrei fare. Come posso risolvere?”
Ed ecco la risposta di Phil Galfond:
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Superare le nostre tendenze naturali è una sfida enorme, sia nel poker che nella vita. Penso che se sei consapevole di stare sbagliando sia un grandissimo passo in avanti.
Molta gente non riesce a rendersene conto e giustifica in qualche modo le proprie giocate trovando qualche risposta logica, ma in realtà hanno l’istinto e la paura che li guidano.
È una cosa che mi ha messo in difficoltà tempo fa, avevo problemi ad essere aggressivo, a bluffare, mi sentivo più a mio agio magari a fare un hero call con una mano debole.
Quando avevo una mano debole e dovevo decidere se bluffare o meno, trovavo davvero difficile convincermi di farlo.
Potrei parlare a lungo di perché la mia mente funziona così, ci ho pensato tanto. È sempre più facile per me chiamare e beccare l’altro in bluff che bluffare e rischiare di essere beccato.
Anche nella vita è un po’ così, spesso mi ritiro timidamente invece che espormi e mettermi in gioco. Non ho una personalità aggressiva. E conosco molti che hanno il problema opposto!
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Il primo punto forte è quello di rendersi conto del problema, il secondo è: quando ti trovi in uno spot che potresti bluffare e il tuo istinto ti dice di non farlo, fermati e domandati: “Ok, non vuoi bluffare perché non dovresti farlo qui, o perché non ti senti a tuo agio a farlo?”
È un buon modo di capire te stesso, e per me funziona bene, scopri la ragione per cui non vuoi farlo.
In più ho imparato che se sono molto indeciso tra una linea più passiva o una più aggressiva, solitamente mi conviene aggredire, perché di base io sono orientato verso la linea passiva. È più probabile che non aggredire sia un errore.
Poi tra le altre cose che si possono fare, ho lavorato con il mental coach Elliot Roe, oppure immaginare di essere in una posizione dove puoi fare scelte migliori.
Per esempio per qualche motivo mi trattengo da bluffare nelle prime street mentre non ho problemi a farlo al river, perché il fatto che debbano scendere ancora due carte mi mette in difficoltà se ho zero equity.
Allora anche al flop e al turn mi comporto come al river: il pot è questo, la mia bet questa, quante volte su 100 dovrei aver ragione? Ok, 40%, allora è EV+, lo faccio.
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Photo Credits: PokerNews