Phil Galfond: pensare troppo in anticipo non aiuta… di solito

Ago 9, 2024

phil galfond

Negli scacchi, gioco complicatissimo per definizione, una delle migliori qualità è quella di pensare svariate mosse in anticipo (fino a decine!). In un gioco come quello, considerare ogni possibilità ed evenienza è il modo ideale di generare quella migliore per noi.

Nel poker le cose sono diverse, perché a differenza degli scacchi si tratta di un gioco d’abilità e di fortuna, e la nostra previsione del futuro non sarà mai chiara come su una scacchiera. Anche il fatto che non avremo mai la completezza delle informazioni è una differenza gigantesca.

Durante un podcast di Runchuks Poker a Phil Galfond è stato chiesto proprio se pensa molto alle prossime mosse durante una mano di poker. Al flop si proietta già nel gioco al turn e al river? 

 

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“La risposta vera è sì, ma mi domando se lo faccio un po’ troppo. È facile farsi prendere, e credo che in effetti sia così che faccio alcuni errori. 

Posso pensare, per esempio, «Se punto questa mano e scende uno di questi due out, sarò super deceptive.» quindi mi viene voglia di puntare questa mano che in effetti non dovrei. 

Mi trovo a fare una giocata del genere per future street deception su rari turn e river, che non è una ragione abbastanza valida.

 

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È importante pensare in anticipo, ma il livello in cui dovrei fermarmi, rispetto a quello a cui mi trovo davvero, è assicurarmi di essere coperto su un certo numero di runout. Sia nel mio range di bet e check, che nel range di call e raise. 

Andare troppo oltre questa soglia, almeno per me, si trasforma in un modo di fare più errori che giocate migliori.”

In poche parole, sì: bisogna avere una mente proiettata in avanti nel corso della mano, ma senza scivolare nell’overthinking senza controllo. Se temi di avere una tendenza simile, è importante prenderne consapevolezza per far suonare i campanellini d’allarme nella tua testa, nel momento in cui accade.

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