Poker bet, le puntate nel Texas Hold’em: quante ne esistono e come si chiamano.

Mag 28, 2020

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Il gioco del poker nel formato Texas Hold’em ha subito una incredibile evoluzione nel corso degli anni e non soltanto per quanto riguarda l’ambito tecnico o strategico.

A cambiare è stato anche il lessico utilizzato dai giocatori per identificare specifiche dinamiche o situazioni di gioco, linguaggio che di norma si basa su parole anglofone adattate alla bell’e meglio nella nostra lingua, con risultati non sempre esaltanti dal punto di vista stilistico (aggrare per aggredire è qualcosa che fatico ancora a digerire…)

Gli amanti del poker all’italiana, o 5-Card Draw se preferite, non si facevano certo di questi problemi: puntata, rilancio, “parola” e “passo” erano le quattro opzioni a disposizione per fare azione, e non ci si perdeva in sofismi nell’etichettare in un certo modo il primo giro di puntate rispetto al secondo.

Nel Texas Hold’em invece la terminologia specifica è ricca e in costante aggiornamento e, sebbene l’action consista fondamentalmente nelle quattro possibilità enunciate sopra, non tutte le puntate si chiamano allo stesso modo.

Poker bet: quante ne esistono?

Il concetto è semplicissimo: puntare significa aggiungere delle chip nel piatto.

La strada di gioco nella quale si effettua la bet, il motivo per cui la si fa, la quantità di chip investite e la situazione specifica sono i fattori principali che sottostanno alla molteplicità di nomi utilizzati per definire la stessa azione.

  • Raise – Il rilancio. Nella fase preflop corrisponde a un “open” (apertura) nel post invece si parla di “raise”, ovvero rilanciare la puntata di un avversario.
  • Re-raise – Il contro-rilancio, in senso generale. il re-rasie può avvenire a seguito di un semplice rilancio o può essere il rilancio del rilancio del rilancio, a seconda di quante volte utilizziate il prefisso re-…
  • Three-bet (fourbet, fivebet…) – Letteralmente terza, quarta, quinta bet, ecc. Nel preflop il big blind viene considerata come prima bet, di conseguenza dopo un raise (open) il re-raise sarà una three-bet (da non confondere con un rilancio pari a 3 volte l’importo, misunderstanding comune tra i meno esperti). Nel post flop invece la three-bet corrisponderà al rilancio sul rilancio sulla bet iniziale. Va da sé che un eventuale altro rilancio equivarrà a una fourbet e così via.
  • Isolation – Isolarsi rilanciando su un limp. L’esempio più classico può essere quando lo Small Blind completa contro il Big Blind dopo il fold di tutto il tavolo.
  • Squeeze – Isolarsi su uno o più limper. Classica dinamica in cui a seguito di un open, uno o più giocatori decidono di flattare (chiamare il rilancio) e lo Small Blind effettua un contro-rilancio nel tentativo di vincere il piatto uncontested o giocare con meno avversari postflop.
  • Cold fourbet (cold fivebet, …) – Con questa espressione si fa riferimento a una dinamica non troppo usuale. Dopo l’open di un giocatore e il call di uno degli avversari alla sua sinistra, può capitare che qualcuno decida di optare per uno squeeze, come descritto sopra. Nel caso in cui uno dei giocatori che non ha ancora partecipato all’azione (anche i giocatori dai blind, pur avendo messo i bui) decidesse di rilanciare sullo squeeze, la sua azione verrebbe etichettata come “cold fourbet”.
  • Continuation bet – La puntata più comune del gioco. Si tratta della bet al flop effettuata dal giocatore che ha aperto il gioco con un rilancio.
  • Second barrel – Puntare nuovamente al turn dopo una continuation bet significa effettuare una second barrel.
  • Third barrel – Conseguentemente a quanto detto sopra, la terza puntata al river prenderà questo appellativo.
  • Delayed continuation-bet – Letteralmente continuation-bet ritardata. Si tratta di una c-bet effettuata al turn dopo aver checkato dietro al flop sul check dell’avversario.
  • Donkbet – La cosiddetta “puntata dell’asino”, per via della bassa fold equity e dello svantaggio posizionale. Si tratta semplicemente di puntare per primi al flop dopo aver chiamato un raise, anticipando quindi l’azione del giocatore che ha rilanciato.
  • Donkshove – il principio è il medesimo, ma in questo caso la bet corrisponde all’intero stack.
  • Probe bet – Immaginate di trovarvi da Big Blind dopo aver difeso sul rilancio del giocatore sul Bottone. Al flop il vostro avversario decide di checkare dopo il vostro check e il turn è una bella carta per il vostro range e state pensando di puntare, anticipando la sua azione. In questo caso state mettendo in atto una “probe bet”, ovvero una puntata conseguente a una c-bet mancata.
  • Lead out – Prendere l’iniziativa. E’ una mossa piuttosto forte perché a differenza della probe bet, dove l’original raiser ha deciso di non aggredire, in questo caso ha effettuato una c-bet ed è stato chiamato. In genere avviene quando al turn cambia il punto nut a favore del range di chi difende, che può effettuare un lead-out sia con la porzione di valore del suo range che con quella di bluff.
  • Push (shove, all-in…) – L’essenza del Texas Hold’em. Di modi per chiamarlo ce ne sono a bizzeffe, ma il concetto che sta alla base è uno solo: mettere tutte le chip nel mezzo.
  • Re-push – Effettuare un all-in dopo che uno dei giocatori alla nostra destra ha fatto altrettanto.
  • Blocking bet – Una puntata che ha come scopo quello di “bloccare” il nostro avversario, nel tentativo di prendere valore dalla parte (esigua) di range che ancora battiamo ed evitando (teoricamente) di farci rilanciare con qualcosa che non sia una mano da cui già perdiamo.

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