Range di open, la base del gioco da cui tutto nasce e si evolve. Forse hanno un impatto minore sul winrate, rispetto a una buona conoscenza del gioco post flop, ma a certi livelli una buona strategia preflop può fare tutta la differenza! E in ogni caso ogni piccolo vantaggio ha sempre la sua rilevanza.
Il problema però è che non è così semplice creare dei buoni range di apertura, perché le variabili sono veramente tante. Potete trovare dei buoni riferimenti dalle classiche charts preflop, ma se pensate che così avete risolto il gioco… vi sbagliate.
In questo articolo vi spiegheremo il perché, e vi daremo alcune indicazioni da considerare per i vostri opening range.
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Come si costruisce un range di open?
La prima risposta a questa domanda è “dipende dallo stile di gioco dei vostri avversari”: per esempio se i giocatori dai blinds folderanno molto ai tentativi di steal, i nostri range di apertura dovranno farsi un po’ più aggressivi, ma se il giocatore da BTN ama 3-bettare in posizione allora dovremo essere più prudenti.
Le variabili sono molte ovviamente, ed è per questo che non è semplice avere un piano perfetto di volta in volta, ed è per lo stesso motivo per cui una semplice tabella scaricata da qualunque sito – anche i migliori – non è quella con l’EV massimo in ogni circostanza.
Esistono ovviamente range creati su complessi calcoli GTO che si vogliono avvicinare all’ottimale, ma il mantra della GTO spiega che
se non saremo capaci di giocare in maniera ottimale postflop quei range, allora potrebbero non essere quelli dall’EV più alto.Â
Di base possiamo dire che i range si fanno più larghi man mano che il numero di giocatori diminuisce (da UTG rilanceremo meno che da BTN), e più sarà forte il nostro vantaggio posizionale (solitamente il range di apertura da BTN è lievemente più largo di quello da SB).
A seconda degli avversari che troviamo davanti comunque, delle loro frequenze e delle loro statistiche, dovremmo avere sempre chiaro come dividere il nostro range: raise-call, raise-fold e raise-4bet, bilanciati il meglio possibile per non fornire punti deboli all’avversario che ci prende di mira.
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Una buona pratica, sempre per rendere difficile la vita di chi ci 3-betta, è mixare alcune mani e proteggere il nostro range di check-call, che è solitamente il più fragile.
Se infatti non pensiamo a un modo per evitare di giocare un range cappato, su molti board ci troveremo in seria difficoltà . So che è difficile limitarsi al call con un AA, ma di tanto in tanto è buona pratica “trappare” anche le monster hand.
Certo, anche questo cambia in relazione al nostro avversario, contro un fish molto gambler non c’è motivo di non mettere più chips nel piatto il prima possibile.
Non sembra il caso di sottolineare che dobbiamo rilanciare le mani migliori e tralasciare le trash hands (attenzione al concetto di migliore; come spiega bene Benjamin Rolle, un 76s sarà sempre più facile da giocare di un K5o, e ci porterà probabilmente più guadagni anche se la sua equity è inferiore).
Ciò detto, ai livelli più alti online non è raro trovare giocate molto aggressive anche con le peggiori mani del gioco. Questo è perché a quei livelli il mixing diventa davvero estremo, e nessuno vuole avere buchi di board coverage in qualunque situazione.
Ma viene da dire che sono considerazioni un po’ troppo avanzate per il momento, e l’unico consiglio che abbiamo da dare è: riflettete bene ogni volta che prendete una decisione e migliorate giorno dopo giorno.Â
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