È davvero possibile barare a poker sfruttando il tavolo televisivo RFID?

Ott 6, 2022

robbi jade lew

E siamo ancora qui a parlare di cheating, dopo il controverso episodio dell’Hustler Casino Live tra Garret Adelstein e Robbi Jade Lew, accusata di aver barato in un cash game live TV.

È una vicenda che sta facendo discutere animatamente tutto il popolo del poker e non solo, visto che la notizia ha sfondato nei media generalisti e nel popolo di Twitter, che senza conoscenze pokeristiche ha spesso puntato il dito nella direzione sbagliata. Ma va bene così. 

Nemmeno i poker player sono onniscienti, neanche nel loro piccolo. Infatti nella scrupolosa analisi a colpi di congetture di questo scandalo, spesso si sono avanzate ipotesi sul come Robbi avesse, eventualmente, barato. 

 

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Una delle tesi più accreditate vede un oggetto vibrante non meglio specificato nascosto in qualche luogo non meglio specificato, con cui Lew avrebbe ricevuto dei segnali per capire quando fosse buona. Un’altra ipotesi ispirata al caso Postle supponeva uno schermo nascosto sotto al tavolo su cui vedere le carte, ma tutti condividono che le significative forme di Robbi le avrebbero giocato contro.

Ed è così che arriviamo all’ipotesi “sensore RFID” che adesso illustreremo, prendendo ispirazione da un articolo di Chris Wallace su CardsChat, ma chi scrive ha molta esperienza in tavoli televisivi, sia nella regia che nell’allestimento, quindi darò un contributo in prima persona.

Spieghiamo rapidamente il funzionamento di un tavolo TV di questo tipo: sotto il panno del tavolo ci sono dei sensori che possono riconoscere le carte RFID utilizzate in questi tavoli, mazzi che per la cronaca possono costare più di €100 ognuno.

barare poker tavolo RFID

Con questa consapevolezza, è facile supporre che un device potrebbe leggere il chip di tutte le carte in gioco, avendo completa conoscenza della situazione. Da un punto di vista teorico possiamo concederlo, ma a livello pratico scommetterei che sia impossibile.

Le carte sono dotate di un chip RFID passivo, ovvero non alimentato, che può essere individuato da un sensore solo a breve distanza a causa del suo segnale troppo debole.

Per intenderci, se tenessimo le carte 20 centimetri sopra al sensore del tavolo, quasi sicuramente non verrebbero rilevate. Di conseguenza è decisamente improbabile che uno scanner possa “vedere” tutte le carte distribuite, considerando che alcuni avversari possono essere anche lontani un paio di metri.

 

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Inoltre il segnale emanato dalle carte, per quanto unico, non trasmette l’informazione della carta esatta. Il software del tavolo deve prima registrare tutto il mazzo scannerizzando ogni carta e associandone il segnale al valore.

Insomma, anche esistesse un device capace di leggere tutti i segnali RFID distribuiti sul tavolo, Robbi avrebbe prima dovuto registrare tutte le carte del mazzo, e augurarsi che questo non venisse sostituito a metà partita.

Se l’accusa di cheating si rivelerà vera, decisamente il sistema usato sarà un altro. Più facilmente si potrebbe essere connessa al software utilizzato da HSL stesso, sicurezza permettendo, se proprio avesse dovuto ricorrere alla tecnologia.

 


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