Il cielo del poker oggi si tinge di nero, dopo essere venuti a conoscenza della morte di Doyle Brunson, il giocatore di poker più leggendario di tutti i tempi.
Il “Godfather of poker” è morto nel sonno a 89 anni, nella sua Las Vegas. Da anni purtroppo le condizioni di salute di Doyle non erano delle migliori, e nonostante il suo nome abbia accompagnato innumerevoli generazioni di giocatori, sempre forte nel tenere testa a chiunque, da oggi quel vuoto resterà incolmabile.
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Pensiamo che Texas Dolly non abbia bisogno di presentazioni per i nostri lettori, ma non è possibile parlare del mito senza lodarne le imprese.
Doyle Brunson è stato uno dei partecipanti alle prima edizione delle World Series Of Poker, e da quel lontano 1970 non se ne perse mai una. Fu capace di vincere due volte il titolo più prestigioso del mondo, il Main Event WSOP, entrambe le volte con la mano che poi prese il suo nome: 10-2, la “Doyle’s Hand”.
Il padrino del poker nei lunghi decenni di onorevole carriera è stato capace di vincere un totale di 10 braccialetti secondo solo a Phil Hellmuth, ad essere il leader della All Time Money List più a lungo di chiunque altro, ad essere il primo a superare il milione di dollari in vincite, e molti altri successi irripetibili.
Brunson, nato in Texas nel 1933, ha visto il poker crescere, evolversi dalle partite nei fumosi scantinati fino ai palchi più prestigiosi di Las Vegas. E di storie da raccontare ne aveva, a partire da tutte le volte in cui gli puntarono una pistola contro, a quando un avversario morì davanti ai suoi occhi al tavolo. Potremmo definirlo l’ultimo cantastorie di un’epoca di poker praticamente “Wild West“.
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È stato capace di portare a casa un ITM in ogni decennio dagli anni ’70 ad oggi, e a rimanere competitivo ai tavoli cash game privati più alti che esistano.
E non dimentichiamo il ruolo fondamentale che ha avuto nella crescita della strategia pokeristica, dopo aver pubblicato alcune pietre miliari dei testi sul poker, come il Super System. Un uomo tanto amato che era in sviluppo un documentario sulle sue imprese.
Sono tanti i giocatori leggendari del nostro gioco, ma nessuno merita questo titolo più di lui. Che la terra ti sia lieve, Doyle.
Il mondo del poker piange la scomparsa di Doyle, sulla quale non si hanno troppe informazioni, anche nel rispetto della privacy della sua famiglia, come spiega lo stesso figlio Todd in un tweet che conferma l’amaro avvenimento:
E sono in tanti a ricordare il mito con un pubblico addio, a partire da Daniel Negreanu fino a Scotty Nguyen.