5 punti che hanno dato una svolta alla carriera pokeristica di Fedor Holz

Dic 17, 2020

Se c’è una cosa che, col passare del tempo, appare sempre più chiara, è che non si diventa i migliori per puro caso.

Ecco perché talvolta, quando si intraprende un percorso di crescita individuale che inevitabilmente si riflette sulle nostre attività e sull’attitudine che abbiamo nel fare qualsiasi cosa, ascoltare le parole di chi “ce l’ha fatta” può rivelarsi una vera e propria miniera d’oro.

Fedor Holz è uno che ha bruciato le tappe, in tutti i sensi. Uno che ha avuto la capacità di correggersi prima che gli altri riuscissero a capire in cosa potessero consistere gli errori.

Ed è un po’ questo il segreto del suo successo. In questo articolo vi riproporremo cinque risposte ad altrettante domande poste dai suoi follower, inerenti al suo processo di crescita, come persona prima e come giocatore poi.

 

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Il miglior consiglio pokeristico mai ricevuto

Ci sono due persone che hanno cambiato il mio modo di intendere il poker e identificare con precisione “il” consiglio migliore è particolarmente difficile.

Posso dire con certezza che Steffen Sontheimer è stato fondamentale nell’aiutarmi a pensare al gioco in modo più razionale e matematico, mentre osservare Phil Galfond e il suo modo di intendere il poker, specialmente agli inizi della mia carriera ha avuto un impatto incredibile su di me.”

L’esperienza alle World Series Of Poker

Ogni anno è stato diverso. Il primo è stato particolare perché non vedevo l’ora di essere là, di sedermi al tavolo e grindare. Farlo lì regala un’emozione particolare anche se le sensazioni a riguardo sono cambiate negli anni.

Più continuavo a giocare e più abituavo alla situazione, ma dopo aver speso centinaia e centinaia di ore ai tavoli le cose sono cambiate leggermente e tutto si è trasformato in qualcosa di simile a un lavoro. Più ci andavo e meno mi piaceva insomma.

Verso la metà della mia carriera c’è stato un periodo in cui ci andavo quasi malvolentieri, ma fortunatamente l’hype è ritornato ben presto e ciò è coinciso con tanti fattori.

In primis il fatto che avessi più amici da quelle parti, che sapessi dove andare, cosa fare e con chi spendere il mio tempo. Ho trovato un buon equilibrio tra gioco e tempo libero.

Ognuno ha la sua personale esperienza e questa può essere molto diversa da giocatore a giocatore, ma una cosa è certa: quando si vince il divertimento aumenta esponenzialmente.

 

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Controllo del tilt

Credo che il tilt, o in generale qualsiasi tipo di emozione negativa costi davvero parecchio nel poker, più che in altri campi. Ho perso tantissimi soldi in carriera prendendo decisioni sbagliate quando non ero al 100%, quando ero poco lucido, arrabbiato, o quando giocavo con un cattivo mindset.

Nel poker questo aspetto è enfatizzato al massimo perché difficilmente uno stato d’animo riesce a incidere così tanto in qualsiasi altra attività. Intendo che quando si gioca bene si può arrivare a vincere, ma quando lo si fa male si perde venti volte tanto quel che si sarebbe potuto fare giocando bene.

Ecco perché per me è importantissimo mantenere alto il focus e non tiltare mai. Bisogna sempre mettersi nelle condizioni di avere la lucidità necessaria se si vuole avere un vantaggio sugli avversari. Essere pazienti e lavorare sulle reazioni, sulle emozioni e sul proprio stato mentale.”

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Bankroll management

Quanto appena detto si connette molto col concetto di bankroll management, ovvero non spendere mai più dell’1% del bankroll che si possiede, evitare di gamblare.

Giocare tutto quel che si ha per recuperare dopo aver perso parecchio ai tavoli è un’attitudine molto comune tra i giocatori.

E’ qualcosa che personalmente conoscevo molto bene fino ad alcuni anni fa, ma ci ho lavorato su tantissimo e tutto è andato di conseguenza.”

Pazienza

Credo che la pazienza sia cruciale in questo gioco: ci sono tanti giocatori che a livello teorico potrebbero essere fantastici ma nel poker ciò che conta è l’applicazione.

La pazienza risulta essere la chiave per portare al tavolo quanto si è appreso, nel migliore dei modi, per un periodo di tempo prolungato.

Se non si è in grado di essere pazienti, non importa quando bravi si possa essere a livello tecnico. La pazienza è sempre stata la parte più rilevante nell’esecuzione, nella messa in atto delle conoscenze, così come il saperla mantenere per diverso tempo.

Si tratta di un esercizio ancora più difficile, come fare un level down per attutire un downswing: bisogna imparare a godere del processo di crescita senza esser avere la smania di volare troppo in alto o voler recuperare tutto subito.”

Se vi siete persi il racconto del duello tra Gabriele Lepore e Jason Wheeler potete rimediare CLICCANDO QUI

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