Siamo in molti ad avere il dubbio di essere troppo tight. Nel gioco del poker domande del genere si insinuano facilmente nella mente dei players e trovare risposta è spesso difficile per chi non ha una community col quale confrontarsi. Cerchi una community di poker? Entra nel gruppo di Grinderlab! Prendendo spunto da un articolo pubblicato su cardplayer.com, cercheremo di approfondire riprendendo alcuni consigli che ci da Greg Raymer, personaggio che conosciamo grazie agli articoli sui bias cognitivi.
Dalle parole di Greg:
Ciò che vedo in alcuni giocatori è la tendenza a giocare troppo tight in determinate situazioni. Più comunemente, giocano troppo tight quando si tratta di rischiare tutte le loro fiches, o una parte consistente di esse.
Supponiamo di trovarci in un torneo. Un giocatore ha puntato o rilanciato abbastanza da mandarci all-in. Anche se non è sempre facile capire quale sia la decisione giusta, il concetto di base è abbastanza semplice. Sappiamo che se chiamiamo e perdiamo, il nostro stack vale $0. Se foldiamo, quanto vale il nostro stack? Se chiamiamo e vinciamo, quanto varrà il nostro stack? Infine, quale EV abbiamo quando si sceglie di chiamare?
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Ecco, se l’avversario è stato messo su un range di mani accurato, il resto è pura matematica.
L’errore che molti giocatori avversi al rischio fanno è che dopo queste (giustissime) stime, credono quasi che è la propria stessa vita ad essere in gioco, decidendo di conseguenza di andare sul sicuro e foldare. Questo rende un giocatore troppo tight.
Il giocatore che si comporta in questo modo probabilmente gioca ancora starting hands di troppo, ma quando la sua permanenza al torneo è a rischio, diventa troppo tight.
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Si partecipa a un piatto, si hitta il flop, ma poi ci si preoccupa di essere in svantaggio e si folda per assicurarsi la sopravvivenza. Si tratta più di un problema psicologico che di strategia. Sappiamo che l’aggressività è importante, eppure foldiamo quando l’aggressività è rivolta a noi. Il suggerimento che ci da Greg è di cercare di ignorare completamente il concetto di sopravvivenza. Questa non è la vita, dove se si muore è finita, il gioco è finito, non c’è una seconda possibilità. Questo è solo poker. Se si fallisce in questo torneo, ci si prende una pausa e si gioca il prossimo.