Se giochi Sit & Go o tornei MTT di poker, allora l’ICM, Independent Chip Model, deve diventare assolutamente il tuo pane.
Se non sai di cosa stiamo parlando, o lo conosci ma non l’hai ancora compreso per bene, continua a leggere questo articolo. Ti aiuterà a prendere le migliori decisioni in game… e anche a capire i deal ICM ai Final Table dei tornei!
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ICM – Independent Chip Model: cos’è?
L’ICM poker (Independent Chip Model) è un calcolo che permette di capire il valore del proprio stack in un certo momento del SnG o del torneo.
Per spiegarlo in un altro modo, quello che vuole fare l’ICM è “convertire” lo stack espresso in chip da torneo (quindi con valore puramente nominale) in un valore monetario.
Per questo motivo è facile capire come mai l’ICM sia utile solo in tornei e non nel cash game: nel cash il tuo stack corrisponde direttamente al suo valore economico, quindi rischiandone una fetta, rischieremo lo stesso ammontare di soldi.
In un torneo invece, quando rischieremo – per esempio – il 20% del nostro stack in una determinata mano, la vittoria o la perdita della mano non influenzerà del 20% il premio con cui usciremo alla fine del torneo.
Inoltre avere il 50% delle chips in gioco non corrisponderà ad avere un valore atteso pari al 50% del montepremi.
I fattori che influenzeranno il rapporto tra chips e soldi sono:
- La percentuale delle nostre chips in rapporto alle chips totali in gioco
- La distribuzione del payout
- La distribuzione delle chips tra gli altri giocatori
cEV e $EV
È importante spiegare prima di tutto la differenza tra cEV e $EV, due differenti metodi di considerare il proprio valore atteso.
cEV si riferisce alle chips, e ha maggior interesse in un cash game, dove calcolando le pot odds di una giocata otteniamo direttamente l’EV.
$EV è il valore atteso in dollari/valuta (si utilizza comunemente la stessa sigla anche parlando di euro) e restituisce il valore atteso di una giocata in guadagno-perdita monetaria.
È necessario evidenziare come questi due valori non hanno alcuna correlazione lineare, e quindi al modificarsi dell’uno non muta allo stesso modo l’altro.
Non è una cosa poco comune trovare delle mosse che sarebbero corrette per cEV ma negative in termini di $EV.
Se per esempio in un cash game giocare un colpo al 55% è sempre vantaggioso perché avrà valore atteso positivo, in un torneo il rischio del 45% di uscire fuori dalla zona a premi potrebbe essere più importante che avere uno stack raddoppiato nel 55% dei casi.
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Come si calcola l’ICM poker
Immaginiamo di essere in 4 giocatori al tavolo, tutti con uno stack uguale. Ci sono €100 di montepremi divisi così: €50 – €30 – €20.
Ognuno dei giocatori, avendo 1/4 delle chips totali, ha uno stack del valore di €25: il totale del prizepool diviso 4.
Se un giocatore però ha il 63% delle chips, lasciando gli altri 3 pari stack con il 9% ciascuno, questa persona non avrà un’aspettativa di vincita di €63, poiché il primo premio arriva al massimo a €50.
Per la precisione in questo scenario il valore atteso economico del chipleader ammonta a €43,16, mentre gli altri giocatori vinceranno long term €18,94.
Il calcolo, purtroppo, è molto lungo ed è quindi impossibile da fare in game. Come breve spiegazione, bisogna distribuire tutte le probabilità di ogni possibile evento e sommarne il valore atteso.
Il consiglio è quello di familiarizzare con un software ICM in modo da riuscire quanto meno ad approssimare il calcolo in game. È possibile trovarne uno gratuito a questo link, offerto da ICMizer, un software di poker utilissimo a ogni grinder MTT che consigliamo di acquistare.
Se sei curioso della matematica dietro al calcolo dell’ICM commenta questo articolo su Facebook e provvederemo a spiegarla, ma rimarchiamo la cosa: non la utilizzerai mai in game.
Quando bisogna considerare l’ICM?
“Ma quindi devo foldare ogni all in preflop nei tornei?”
Ovviamente no. È vero che l’ICM ha un’importanza fondamentale nelle scelte che si fanno in un MTT, ma è anche vero che il suo valore si fa sempre più alto man mano che ci si avvicina ai premi.
Secondo alcuni top player come Nick Petrangelo e Doug Polk l’ICM non va considerato nelle fasi iniziali di un torneo, e dovremmo cominciare a interrogarci sul valore atteso monetario delle nostre giocate quando si arriva a ridosso della bolla o di un payjump, e di conseguenza assolutamente al Final Table dove assume il ruolo più rilevante.
Che cos’è un deal per ICM nel poker?
Spesso ai Final Table dei tornei, live o online che siano, compare la proposta di accordarsi per ridistribuire il montepremi rimanente in maniera diversa da quella prevista dal payout.
Una delle soluzioni che viene proposta è il deal per ICM, che come ormai dovreste avere capito, premia i giocatori in base al guadagno atteso nel lungo termine che possono fare con gli stack a loro disposizione.
Per questo motivo solitamente è l’alternativa che tende a premiare maggiormente gli short stack, a differenza ad esempio del deal per chips, dove c’è una diretta proporzionalità tra gli stack e il premio, e quindi un chipleader molto distaccato dagli altri ne trae maggiori benefici, mentre uno short potrebbe trovarsi con meno del prossimo premio che gli spetta.