Patrick Antonius è una leggenda, lo sappiamo da anni, ma da qualche mese lo è ufficialmente, avendo portato il suo nome nella Poker Hall Of Fame.
A poche settimane dall’inizio di High Stakes Duel, i colleghi di PokerNews lo hanno intervistato, per rivivere con lui il magico viaggio che lo ha portato fino a lì. Partendo da un’epoca in cui il mondo del poker era estremamente diverso.
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Il poker, da sconosciuto a campione
“La cosa più fortunata che mi sia mai accaduta.”Â
Così Patrick descrive il giorno in cui ha messo piede in un casinò per vincere il suo primo torneo di poker. Oggi molti ci provano con la consapevolezza di volerne fare una carriera, ma molti anni fa non era così.
“Non sapevo nemmeno che fosse possibile giocare a poker a livello professionale a quei tempi. Le partite erano così piccole, e non sapevo nulla. Tutto è successo in maniera molto naturale.
Ho semplicemente seguito le mie passioni e giocato tanto. Mi facevo portare ovunque il gioco mi portasse. Tutto è successo di sorpresa, per me.”
In pratica, il poker è letteralmente caduto dal cielo per posarsi tra le mani del finlandese. Che difficilmente smetterà di ringraziarlo.
“Ho ottenuto molti risultati nel poker, ma il poker mi ha dato tutto. Sicurezza finanziaria, libertà di viaggiare, di fare esperienze nel mondo e conoscere persone incredibili. È stata un’avventura così soddisfacente.”
Tornei vs. Cash Game
Patrick è uno storico cash gamer, che però vanta i suoi buoni risultati anche nei tornei. Ecco cosa spiega sui due giochi:
“I tornei sono intensi; vai con una pianificazione, e non puoi controllare un granché una volta che parte. Sono davvero il lato sportivo del poker. I cash game, dall’altra parte, sono più flessibili: giochi quando vuoi e puoi essere selettivo con i tuoi avversari.”
Con i loro pro e contro, Antonius di recente preferisce proprio il poker a torneo.
“I tornei possono essere brutali a volte. Una brutta mano ti può eliminare dopo una deep run, ma se vinci è una gratificazione incredibile. I cash game danno più libertà però. Lunghi giorni di tornei ti lasciano poco tempo per altro, per questo amo le Triton, dove c’è un periodo intenso di due settimane seguito da una pausa.Â
Ultimamente mi piacciono i tornei più di un tempo, specialmente questi high roller con dinamiche complesse. Sono affascinanti!”
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Antonius nella Hall Of Fame
E cosa pensa Patrick del suo ingresso nella Hall Of Fame?
“Ho sempre pensato: ‘Un giorno forse sarò lì, anche fosse quando me ne sarò andato’. Ma esserci arrivato adesso è incredibile. Dopo 24 anni nel poker, non è come se fossi ancora all’inizio, ma ho ancora tanto da raggiungere. Non ho in programma di darmi una calmata a breve.”
A volte, sono stati criticati i criteri d’ingresso. Vediamo che ne pensa Patrick.
“Ci sono tanti grandi giocatori, ma per me una delle chiavi è la longevità . chiunque può avere un paio di anni buoni, ma essere al top per dieci anni o più, questo si differenzia secondo me. E 40 anni mi sembra un buon minimo.”