Da quando Doug Polk è tornato nel suo habitat da YouTuber, la qualità dei suoi podcast è salita alle stelle. L’ultimo ospite della trasmissione è Alexandra Botez, nota streamer di scacchi già familiare con il mondo del poker dopo il WPT Heads Up Championship.
Nelle quasi due ore di chiacchierata, Doug e la scacchista paragonano il processo di apprendimento delle rispettive discipline. Il discorso inevitabilmente vira sui software e la loro importanza, trovando interessanti punti in comune ma anche altri differenzianti.
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Scacchi: impara da solo e poi con i software
“Quando stai iniziando con gli scacchi ci sono molte cose che puoi fare per migliorare.” spiega Alexandra “Una delle cose migliori è trovare un posto dove giocare partite relativamente lente e analizzarle successivamente.
In quasi tutte le piattaforme di scacchi per PC puoi fare un’analisi con il software interno, ma quello che consiglio è di lavorare con le tattiche, giocare partite da 10-15 minuti magari contro un amico con cui analizzarle dopo, oppure provare a analizzarle da solo e poi confrontare con le risposte del PC. Prova a capire da solo dove hai fatto errori e come risolverli, e solo dopo puoi usare il computer per vedere se avevi ragione.”
“Sono d’accordo, e c’è decisamente un crossover con il poker.” risponde Doug Polk “È la classica cosa che sento al tavolo, qualcuno vede una mossa che non gli piace e dice ‘Gioco a poker da prima che tu nascessi!’ Ma questo non significa che tu sia migliore. Giocare migliaia di mani ti da esperienza, che è una cosa buona, ma non vuol dire che tu faccia le mosse corrette.”
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Poker: impara dai migliori e poi via coi solver
Alexandra Botez gira subito la domanda a Polk per capire il modo migliore di diventare un poker player, e Doug risponde così:
“In questi tempi è diventato strano con il poker. La cosa migliore che puoi fare è usare i solver per vedere gli output, ma il problema con i solver è che non sono per niente intuituivi. Un software di scacchi ti mostra qual è la mossa migliore, qual è la linea che vuole seguire e puoi vedere il valore di quella linea. Molto intuitivo, non devi essere un esperto di computer per capire cosa stai facendo.
Con i solver devi sapere quali sono i range corretti da inserire, inserire tutti i parametri, e quando ricevi gli output sono complicati, ci sono più size che devi conoscere per creare sotto-alberi. Io che li ho usati un po’ per la challenge contro Negreanu sono capace di usarli abbastanza bene, ma se sei un giocatore casuale non comprerai un software da $1.000 per poi imparare come fare tutte queste cose.
Se sei un nuovo giocatore ti conviene trovare un posto, come Upswing Poker ma anche la concorrenza Run It Once, dove trovare validi giocatori che possano spiegare i temi e i concetti più importanti, ma se vuoi diventare davvero bravo dovrai poi passare molte ore davanti ai solver per capire tutti i range e le linee.
Penso che il processo di apprendimento nel poker sia molto più estenuante che negli scacchi.”