Sappiamo che nei tornei di poker ogni action deve essere ponderata in base alla profondità dello stack che si ha a disposizione.
Intuitivamente si potrebbe credere che più è ampia la dote di chips, maggiore è la giocabilità e di conseguenza anche l’edge.
Ma secondo l’irlandese Dara O’Kearney le cose non funzionano propriamente così.
La profittabilità degli stack non sempre è proporzionale alla deepness
In un contributo su PokerStrategy il coach sfata il luogo comune.
Tipicamente quando entri in tardiva, con 20bb o meno, per i buoni giocatori stai sacrificando tanto edge. In generale è vero che più lo stack è profondo e maggiore è l’edge: con uno stack di 100bb un pro vincerà a un amatore di più rispetto a quando ha uno stack di 50bb, e con 200bb vincerà ancora di più che con 100bb.
L’ex-Iron Man irlandese sottolinea come la correlazione tra profondità degli stack e loro profittabilità non sia direttamente proporzionale, perché gli stack tra i 20bb e i 30bb sono di fatto meno profittevoli rispetto agli stack tra 10bb e 20bb.
“30bb lo stack peggiore da gestire”
In realtà O’Kearney ritiene la soglia dei 30bb come peggiore profondità dello stack in assoluto nei tornei di poker, al punto che se deve entrare in gioco con 30bb aspetta che i livelli salgano per entrare con 20bb.
Con 30bb i più short possono facilmente andare in resteal sulle tue aperture e devi foldare tante mani. Contro gli stack più grandi non puoi reshovare in modo profittevole ma piazzare un reraise standard ti può far trovare in una posizione terribile se qualcuno 4-betta perché non puoi chiamare largo e spesso devi foldare una grande porzione del tuo intero stack.
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Il bello dei 20bb
Il discorso cambia notevolmente invece quando gli stack scendono sotto i 20 big blinds.
Uno stack tra i 10bb e i 20bb è molto più facile da giocare, dando per scontato che tu sia uno degli short stack. Puoi andare in resteal con un range largo, ma i tuoi avversari non possono chiamare con un range simile perché si devono preoccupare degli stack più grandi che devono parlare dopo di loro. La chiamo “stealing fold equity” dagli altri stack.
Perché gli short stack sono più profittevoli?
Secondo O’Kearney gli stack più short sono anche i più profittevoli da giocare per il rapporto tra l’investimento e le vincite che ne possono derivare. Questione di pot odds.
Lo stack più profittevole è anche il più short, ossia un ante: se qualcuno ha rilanciato avrai un ritorno dell’investimento di 9 a 1 con almeno il 20% di equity. Il bb/100 in questa situazione va molto vicino a 100bb/100.
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La curva degli stack
Per il coach irlandese la curva della profittabilità degli stack ha una forma a U:
Gli stack più short sono molto profittevoli così come gli stack molto profondi, ma gli scomodi stack compresi tra 20bb e 40bb sono super difficili da giocare. Si dà il caso che sia proprio questa profondità dello stack che devi padroneggiare per farti largo nei tornei di poker, perché è quello che spesso è lo stack medio nella maggior parte delle fasi.