Greg Raymer, grazie alla sua assidua pubblicazione sul portale cardplayer.com, continua a informarci sui rischi di rimanere ciechi davanti ai bias cognitivi quando giochiamo a poker.
Dopo il self-serving bias, la Maledizione della Conoscenza, e l’effetto ancoraggio, questa volta Greg analizza uno dei bias più noti e infidi, il confirmation bias.
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Approfondiamo un bias che potreste conoscere, il Confirmation Bias. Questa è la nostra tendenza a trovare o notare, e selettivamente ricordare informazioni che confermano le nostre credenze preesistenti.
Se pensi già che un politico sia stupido, noterai più facilmente i suoi errori e gaffe, e ricorderai quegli errori quando penserai a lui. Se pensi sia brillante, noterai meno errori. Di conseguenza la tua opinione che si può essere formata prima che tu avessi abbastanza prove, è solo rinforzata e cementificata dalle tue percezioni errate o inccurate.
Nel poker puoi farti un’opinione su un avversario e mantenerla anche quando hai prova del contrario. Se qualcuno rilancia le prime cinque mani al tavolo puoi pensare sia un LAG. Dopo che si è formata questa opinione potresti non notare quanto spesso folda nelle ore successive, e continuare a pensare che sia un loose.
Ovviamente questo genere di errore ti porta a giocare male contro di lui. Se provi ad aggiustare la tua strategia in base al giocatore devi avere informazioni accurate su di lui, altrimenti le tue modifiche saranno incorrette e ti costeranno molta equity.
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Questo bias di conferma ci colpisce anche nella strategia in generale. Se manchiamo un paio di flush draw, ci porterà a credere che non chiudiamo i progetti quanto dovremmo, e portarci a giocare quei draw non correttamente.
È per questo che era così difficile sviluppare buone strategie prima delle analisi con i computer. Un conto è calcolare quanto spesso dovresti chiudere un flush tra turn e river, un altro è determinare se è profittevole flattare un raise IP con AK, o se sia meglio 3-bettare.
Ci sono troppe variabili da memorizzare, e ricordare come sono andate tutte quelle migliaia di giocate in mesi e anni è impossibile. Aggiungiamoci che il confirmation bias ti porta a pensare che una strategia sia superiore da prima che avessi i dati, e sarà difficile capire che la tua opinione originale era sbagliata.
Qui si arriva a un effetto correlato al confirmation bias, la memoria selettiva. È la tendenza a ricordare meglio eventi che supportano un’idea, valore o opinione, mentre ricordiamo peggio quegli eventi che la contraddicono.
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Se hai provato a giocare AK chiamando e altre volte rilanciando, probabilmente avrai memorie selettive a proposito dei risultati. Il bias di conferma estremizza questo effetto.
Confirmation bias e memoria selettiva vanno in direzione contraria a un concetto ben compreso, ovvero che per trovare la verità bisogna essere onesti con se stessi e su se stessi. Se abbiamo problemi in questo, sia nel poker che nella vita, sarà sempre difficile essere onesti su noi stessi. Abbiamo dei difetti ed è difficile affrontarli, ma se non li sappiamo riconoscere non li sappiamo riparare.
Lo stesso vale per il poker. Se non notiamo e riconosciamo gli errori del nostro gioco, non sapremo nemmeno che devono essere sistemati. In parte è per l’esistenza di questi bias, che come molti altri vogliono proteggere il nostro ego dalla realtà. Ci faranno sentire meglio short term, ma alla lunga non preferiresti vincere di più?
Se hai detto di sì devi imparare a superare questi bias. Solo allora potrai conoscere te stesso, capire cosa puoi migliorare e diventare il miglior giocatore che puoi essere. Non è facile, ma se lo fai, meriterà tutto l’impegno impegnato per arrivarci.
