Garret Adelstein è forse uno dei top player quando si parla di cash game live, e in questa mano contro il regular Andy trova un bluff catch che ai più potrebbe sembrare facile a prima vista.
Come racconta lo stesso Adelstein, intervistato a fine sessione, i fattori in gioco erano veramente molti, e la scelta non è stata semplice. Garret poi ne approfitta per sottolineare l’importanza del controllo emozionale, perla di saggezza da non perdersi assolutamente.
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Garret Adelstein vs. Andy
Preflop: Garret ($51k) apre a $300 da BTN con J♠7♠, per poi chiamare il raise di Andy ($127k) da BB con A♦Q♣.
Flop: K♦J♣7♣ ($2.750) – Andy punta $1.200 e Adelstein snappa.
Turn: 9♦ ($5.150) – Second barrel a $3.200, Garret chiama ancora in posizione.
River: 4♠ ($11.550) – Andy fa check sulla terza street, Adelstein punta $10.000 ma Andy decide di andare all in. Dopo cinque buoni minuti di riflessione, Adelstein chiama i restanti $36.150 e vince la mano!
Il parere di Garret Adelstein
“Oggi era una giornata particolare. Ogni volta vengo in casinò molto carico per giocare, in uno stato mentale dove sento di poter giocare bene. Oggi non è stato così, mi sono divertito un po’ troppo al festival questo weekend, il poker è passato in secondo piano. Capita di tanto in tanto.
Non ero nemmeno deep come sono abituato, ho iniziato la mano con qualcosa come $60.000. All’improvviso mi sono trovato con Andy che mi check-raisa all in in uno spot brutto, non mi sentivo benissimo.
Sai, la gente spesso parla di strategia con frasi come ‘È la miglior mano per chiamare’, ma nella pratica raramente ti trovi con quella miglior mano, come in questo caso qualcosa come KQ. Sei obbligato a partire da un certo numero di mani con cui non ti trovi a tuo agio a chiamare e partire da lì.
Io e Andy abbiamo giocato migliaia di ore insieme, e il metagame ha sempre implicazioni rilevanti. Non posso dire più di questo, ma in termini di metagame avevo almeno 20 ottime ragioni per chiamare e 20 ottime ragioni per foldare.
Alla fine la differenza tra giusto e sbagliato è così piccola. Sembri un genio quando azzecchi la mossa giusta, ma chi guarda non capisce quanto incredibilmente close fosse questa scelta, quanto vicino fossi a foldare, quanto vicino fossi a ‘Sembrare scemo‘. Questo è il poker quando due giocatori bravi si affrontano in un big pot.
Sono venuto senza voglia di giocare, pensando che non mi sarei divertito. Ma mi sono messo sotto, e alla fine ho passato una bella serata. Vincere un big pot non ha una grande influenza in questo, penso che ciò che importa è che le emozioni, nel poker e nella vita, sono volubili.
In qualsiasi momento puoi sentirti di merda o sentirti grande, e poi tutto può succedere per cambiare questa cosa. Penso che sì al tavolo, ma soprattutto nella vita, imparare a controllare o gestire le emozioni per non andare troppo in alto o troppo in basso può davvero pagare i dividendi alla fine della fiera. A me ha aiutato tantissimo almeno negli ultimi 5 anni di vita.”