Il 2022 verrà tristemente ricordato come l’anno degli scam? Dopo le accuse a Kenney, Imsirovic e compagnia, dopo l’ultimo enorme scandalo Adelstein-Lew, un altro nome si aggiunge all’elenco delle truffe high stakes.
Come segnalato da PokerNews, che riprende le dichiarazioni su Twitter del noto pro Kane Kalas, Ian O’Hara avrebbe mentito e manipolato i dati delle sue sessioni ai suoi staker, sottraendo così centinaia di migliaia di dollari.
O’Hara, professionista con un alto potenziale – così definito da Brandon Shack-Harris – e apparentemente onesto – cit. Doug Polk – non si è nascosto dietro a un dito, e ha confermato le accuse, scusandosi e dicendosi pronto ad accettarne le conseguenze.
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Come detto, tutto parte da un cinguettio di Kane Kalas, che dal 2020 stakava il 50% dell’action cash game di Ian, finché non ha scoperto che quest’ultimo era stakato anche da Jonathan Jaffe, per un totale comunque inferiore al 100%.
Nulla di marcio ancora, ma nascondere una cosa del genere crea sospetti, e così i due staker hanno confrontato le informazioni sulle sessioni giocate da O’Hara, per scoprire che c’erano enormi discrepanze, troppe per potersi trattare di semplici errori di battitura.
Intere sessioni comparivano nel report di uno ma non nel report dell’altro, e indagando ancora alcune sessioni perdenti sono risultate in realtà vincenti.
I dati erano completamente artefatti per intascare i soldi dello staking e mantenere il suo tenore di vita.
I’m very sorry to all I have effected with my decisions. I made these choices on my own and I must now face the consequences. I will do everything in my power to rectify the situation as much as possible. I will do better in every aspect of life moving forward. Thank you
— Ian G. O’Hara (@ianohara2) October 5, 2022
Quando staker e reo si sono confrontati, Ian ha immediatamente ammesso di aver fatto un gran casino a causa di un brutto periodo, esprimendo sincero rimorso tanto da convincere Kalas e Jaffe a non rendere la cosa pubblica ad alcune condizioni.
Prima di tutto Ian avrebbe dovuto restituire con costanza tutti i soldi del debito con i due staker, che dovevano anche essere sempre informati di tutte le sue azioni attorno al poker: compravendita di quote, swap, staker eccetera.
O’Hara, che ha promesso che avrebbe ripagato tutto e che non sarebbe mai più successo niente del genere ha accettato, e per un po’ di tempo ha rigato dritto restituendo circa il 40% del dovuto e avvisando di aver trovato un nuovo staker.
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Alle recenti Poker Masters però, a cui né Kalas né Jaffe hanno partecipato, O’Hara è ricaduto in fallo. Ha venduto un po’ di quote senza avvisare i due ex staker, e sembrerebbe senza aver giocato poi un singolo torneo, ma inviando vecchie foto di ticket e buste di chips che non riguardavano l’edizione in corso.
Dopo aver dimostrato un pattern inaffidabile, falso, manipolativo e distruttivo, Kane ha esposto la questione alla community, sottolineando che sia genuinamente convinto che Ian O’Hara sia pieno di rimorsi, ma non sia capace di evitare comportamenti opportunisti ed egoisti.
Ian ha commentato il tweet, dicendosi dispiaciuto di tutto ciò che le sue azioni hanno generato:
“Ho preso io queste decisioni e ora devo affrontarne le conseguenze. Farò tutto ciò che è in mio potere per rettificare la situazione il più possibile. Sarò migliore in ogni aspetto della mia vita da ora in poi. Grazie.”
Questa presa di responsabilità ha comunque fatto effetto su qualche player tra i commenti al post, e infatti in mezzo a molto “hating” nei suoi confronti, compassione per gli staker, e addirittura qualcuno che racconta le sue personali esperienze di staking con O’Hara, c’è spazio anche per commenti più buoni, quelli che sperano davvero che le parole di Ian siano vere.