Tight Aggressive, Loose Passive, Nitty, Maniac: gli stili di gioco nel poker

Set 14, 2021

Tight Aggressive, Loose Passive, Nitty, Maniac: gli stili di gioco nel poker

Se sei alle prime armi con il poker, potresti avere qualche difficoltà a capire il gergo pokeristico e le prime basi di strategia del gioco.

Andiamo allora a rispolverare forse le prime cose che sono state insegnate ad ogni poker player, i diversi stili di gioco dal Tight Aggressive al Loose Passive.

 

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Tight e Loose, che significa?

Il modo migliore per tradurre i termini tight e loose è, rispettivamente, stretto e largo. Si riferiscono al range di mani con cui un giocatore decide di entrare in gioco. 

Chi è alle primissime armi e non conosce le differenze di valore tra 10-8 e K-K, tenderà solitamente a giocare un ampio ventaglio di mani, includendone alcune mediocri e addirittura qualcuna scarsa. Questo è un giocatore loose.

I giocatori che invece ricevono il primo sacro insegnamento del poker “gioca poche mani ben selezionate” cominciano a restringere il range con cui entrare in gioco, diventando via via tight.

Per fare un esempio, un giocatore tight potrebbe giocare tutte le carte broadway (due figure) gli Assi suited a partire da A-7 in su, e le coppie da 5-5 in su, un range che corrisponde al 17,5% del totale.

Un giocatore loose potrebbe giocare tutte le broadway, gli Assi, tutte le coppie, i suited connector da 5-6s a salire, qualche K-X suited, J-9s e Q-9s per un totale del 31%.

Perché solitamente si consiglia di iniziare giocando tight? Simulando uno scontro tra questi due range, il range più tight parte in vantaggio con il 54,5% di probabilità di vittoria.

Sia chiaro che questo era solo un esempio, e i range cambiano sempre a seconda di diversi fattori, come ad esempio la posizione in cui ci si trova.

 

Passive e Aggressive

La differenza fra passive e aggressive è invece piuttosto semplice: i giocatori passivi prediligono le mosse più tranquille e non rischiose, mentre quelli aggressivi vogliono mettere pressione agli avversari. 

Potremmo macro-catalogare le mosse passive in check e call, mentre quelle aggressive in bet e raise, ma esistono delle piccole variazioni ibride al tema: ad esempio un check-raise è senza dubbio aggressivo, mentre una blocking bet potrebbe essere considerata passiva.

Per non fare troppa confusione diciamo che un giocatore passivo preferirà entrare nel piatto con un call piuttosto che un raise, mentre il giocatore aggressivo farà l’esatto opposto.

Nel post flop il giocatore aggressivo cercherà di puntare e rilanciare, sia per far uscire l’avversario che per ingrossare il piatto e metterlo in difficoltà, mentre quello passivo tenterà di controllare il pot.

Solitamente giocare in maniera aggressiva ha più vantaggi che giocare in maniera passiva, sia per la possibilità di vincere il piatto senza showdown, sia perché non si regala all’avversario la possibilità di superare la nostra mano senza pagare.

 

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I principali stili di gioco

Spiegate le varie differenze, possiamo andare ad analizzare i vari stili di gioco possibili.

Leggete il primo capitolo della guida alle statistiche HUD del poker per capire i riferimenti alle sigle che utilizzeremo, e già che ci siete scaricate un software di tracking per imparare a riconoscere lo stile di gioco dei vostri avversari online.

 

Tight Aggressive (TAG)

Storicamente questa è una delle categorie più complicate da affrontare.

Il giocatore Tight Aggressive (TAG) approfitta di un range molto solido, che spesso gioca in vantaggio contro quello altrui, per giocare in maniera aggressiva e mettere in difficoltà gli avversari. 

Spesso vincerà il piatto uncontested al preflop tra steal e 3-bet, o nelle street successive con le sue continuation bet.

Un giocatore TAG tende ad avere un VPIP attorno al 20 e un PFR che non si allontana molto da tale valore, ad esempio 17. Solitamente questo genere di giocatori ha anche un forte valore di 3-bet, per mettere il più possibile in difficoltà gli avversari.

L’aggression factor dovrà essere di 2 o superiore, e tendenzialmente il WTSD sarà basso, il WWSF alto e il W$SD alto. 

 

Tight Passive (TP)

Il giocatore Tight Passive solitamente non desta grandi preoccupazioni.

Con un VPIP chiuso, il giocatore entrerà in gioco piuttosto raramente, e con un PFR basso le volte che lo farà non ci darà troppo fastidio con raise e 3-bet. 

Giocando in maniera passiva post flop permetterà a noi di decidere se e quanto ingrossare il pot, ci darà l’opportunità di migliorare i nostri punti e trovare i modi di recuperare lo svantaggio di range iniziale.

L’unica cosa è ricordarsi di fare attenzione quando gioca in maniera aggressiva. Solitamente ha un punto molto molto forte, e possiamo permetterci di foldare senza andare a incastrarci in mani marginali.

Con un range iniziale piuttosto chiuso però, è probabile che questo giocatore andrà più frequentemente allo showdown rispetto alla sua controparte loose di cui parleremo qui sotto.

 

Loose Passive (LP)

Il loose passive è il classico fish che si trova ai tavoli, in particolare ai microlimiti.

Gioca un ampio ventaglio di mani e ha un VPIP che può variare veramente dal 30-35 a numeri infiniti, mentre PFR, 3-Bet, Aggression saranno bassi. 

L’unico errore da non fare contro questo giocatore è pensare di farlo foldare, in particolare al preflop. Se poi il suo WTSD sarà molto basso allora potremo anche inserire un po’ di bluff, ma solitamente giocare per valore, anche quando i propri punti non sono eccellenti, paga.

Una sottocategoria di LP è la calling station, ovvero un giocatore che ha la forte tendenza a chiamare. Gioca un range ampio e se troverà qualcosa sul board chiamerà anche fino al river.

Variare le size a seconda della forza della mano contro questo genere di giocatore è un’idea che può funzionare: se chiama sempre, tanto vale farsi pagare di più quando siamo certi di vincere.

 

Loose Aggressive (LAG)

Per molti il LAG è il nuovo TAG.

Il motivo è che con una migliore conoscenza del gioco, di strategie di balancing, e di capacità di gestire bene le fasi post flop, alcuni giocatori ampliano il ventaglio di mani iniziale, aumentando la frequenza di piatti vinti uncontested e cercando di sfruttare i principi di realizzazione dell’equity per trarne vantaggio.

Troverai alcuni giocatori LAG che saranno evidentemente preparati, e dovrai starci attento e sapere come reagire, mentre ne troverai altri che saranno semplicemente scemi e rilanceranno tutto il tempo con tutte le mani…

 

Maniac

Ecco i giocatori di cui stavamo parlando. I cosiddetti maniac sono quei giocatori dal VPIP alto, il PFR alto, la 3-bet alta, l’aggression alta, e i guadagni bassi. 

Il maniac gioca un range molto esteso e lo fa sempre in maniera testardamente aggressiva, a volte mettendo in crisi chi è più money scared, ma spesso cadendo nei trabocchetti della auto-value bet e ricevendo troppi call ai propri bluff.

Il maniac è un giocatore che può sembrare fastidioso all’apparenza, perché solitamente porta a un gioco più varianzoso, ma in realtà è sempre piacevole da avere al tavolo. Basterà hittare e giocare in call-call-call o call-call-raise per fare profit.

 

Nitty

Il nitty è praticamente il giocatore contrario di quello appena descritto.

Se il giocatore maniac vuole essere il protagonista del tavolo ed è l’estremizzazione del LAG, il nitty non ti accorgerai nemmeno che sia seduto.

Il nitty è caratterizzato da un VPIP così basso da essere svantaggioso, diciamo un valore di 10%, 12%. Il suo PFR nemmeno ci importerà, in quanto quelle poche volte che giocherà una mano saremo ben contenti di lasciargli i nostri blinds, che riprenderemo tutte le volte che sarà lui a foldare.

Solitamente comunque è un giocatore che al preflop è aggressivo, dato che gioca solo mani premium o quasi, ma il suo basso PFR indica una scarsa preparazione, che corrisponderà quasi certamente a un gran numero di errori exploitabili post flop.

 


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