La strategia pokeristica matematica ha fatto passi da gigante, nell’epoca di solver e GTO, ed è risaputo che – se fossimo capaci di diventare dei robot – non serve altro per vincere. Conoscenza della matematica.
Però robot non siamo, ed entrano sempre in gioco altri fattori umani, emotivi, comportamentali, bias eccetera. Tutte le cose che un freddo calcolatore di poker può permettersi di trascurare.
Uno di questi è il timing tell, ovvero trarre informazioni dal tempo che ci vuole per eseguire un’azione. Abbiamo già parlato dei timing tell in passato, e Fedor Holz ha rivelato di usare questa preziosa informazione anche negli high roller.
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Oggi Saulo Costa, brasiliano regular cash game NL1.000 e NL2.000 e coach di Run It Once, ha svelato la vera potenza dei timing tell, quanto siano capaci di fare la differenza, e addirittura una (limitata) componente statistica al riguardo. Tutto questo nel dettaglio in un video sul suo canale YouTube.
“Ogni volta che apro con una mano debole mi 3-bettano, quando apro con una mano forte foldano. Che ci sia qualche super user in circolazione? No, ho scoperto che la risposta è che mi stavano exploitando.
E così ho scoperto l’exploit più sick del mondo e di cui nessuno parla. Da quel giorno il mio grafico è diventato verticale, e oggi vi parlerò del più grande exploit che vale migliaia, se non centinaia di migliaia di dollari.”
Perché il timing tell è un’exploit unico?
Ogni exploit che possiamo trovare necessita di informazioni che non sono sempre accessibili. Per esempio mani giocate, statistiche eccetera, che hanno bisogno di molto tempo e preferibilmente di software appositi. Il timing tell invece è alla portata di tutti, sempre. Ogni volta ti danno delle informazioni, se fai attenzione.
Ma i timing tell sono affidabili?
Prova 1: statistiche
La prima evidenza della realtà dei timing tell sono gli articoli di time Mojo, una ex agenzia software che oltre a trackare le action trackava anche i timing. Oggi quei software non sono più accettati dalle poker room, ma ai tempi Time Mojo ha collezionato un po’ di stat.
Per esempio hanno rilevato che allo Zoom NL500, la Fold to 3-bet % basata sui tempi di RFI cambiava di 8 punti percentuali tra chi faceva action veloce e chi prendeva il suo tempo. In media, il fold era del 47% se aprivano in meno di 1,54 secondi, e del 55% se ci mettevano più di 9 secondi. Già basandosi su questo si può 3-bettare più light chi tanka prima di rilanciare, e usare un range più lineare per chi è più veloce.
Lo stesso è ancora più evidente nella Fold to 4-Bet%: se la 3-bet arriva in meno di 4,10 secondi, il fold è del 35%, se ci stanno più di 10 secondi è del 45%. 10% in più! Una differenza sostanziale.
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Prova 2: esperienza
Saulo Costa spiega che dopo aver scoperto questa cosa, ha provato a implementarla in game, con risultati notevoli.
Nel video condivide alcune mani dove 3-betta o 4-betta con mani più marginali basandosi solo sul timing, esempi che non riportiamo perché sono solo rilanci e fold avversari.
Poi mostra un grafico del NL500 in cui su quasi 40k mani ha riportato vittorie per 22bb/100 con una rossa da quasi 10bb/100, anche se ci sono stati altri aggiustamenti nel suo gioco oltre ai timing tell.
Prova 3: esperimenti
Non potendo tracciare i timing dei siti di poker online reali, Saulo – che prima di essere grinder era un programmatore – ha costruito un simulatore dove far giocare i suoi studenti per raccogliere dati.
Dopo oltre 700.000 mani, i dati si sono rivelati simili a quelli raccolti da Time Mojo, e si possono sintetizzare in: chi fa action più veloce, di solito ha più valore. Nota: non consigliamo di basare la propria strategia su questa legge come se fosse tutto bianco o nero.
Per concludere
Tutto può essere preso con le pinze, tutto può essere messo in discussione, a partire dal fatto che gli esperimenti non siano rappresentativi di vero grinding.
A conti fatti, però, se ciò che dice Saulo corrisponde al vero, un player lungimirante e intraprendente dovrebbe quanto meno provare a osservare. Una differenza del 10% nella frequenza di un’azione è ampiamente sufficiente per un exploit.
Ricordatevi solo di prendere in considerazione tutti i fattori: lo stake per esempio può essere discriminante, il numero di tavoli aperti dall’avversario in questione può interferire, eccetera eccetera.
E un ultimo consiglio: aggiusta il tuo timing. Non vorrai essere tu quello exploitato vero? Molti giocatori possono accorgersi anche subliminalmente di una situazione del genere.
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